Le polemiche sul contenimento dei cinghiali in Toscana, ed in particolare nella provincia di Grosseto, sono cominciate ancor prima dell’apertura della caccia all’irsuto.
Centro della diatriba i sempre più ingenti danni che gli ungulati causano alle coltivazioni ed a cose o persone con modalità accidentali dovute spesso al fatto che gli animali si spingono fino alla periferia dei centri abitati; ancor più accentuata la diatriba se si parla di risarcimento dei danni come se fosse una patata bollente passata come in un circolo vizioso tra Provincia e Regione.
Si sono susseguite inoltre le varie idee sulle modalità di contenimento della specie tra le quali l’abbattimento venatorio che però pare voglia essere sempre posto come ultima soluzione, in mancanza di meglio, tenendo conto di apparenti pareri negativi dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Nella già difficile questione subentra il movimento Caccia Pesca Natura che critica l’inefficacia del protocollo ISPRA e che già si era fatto conoscere dall’amministrazione Provinciale grossetana nello scorso mese di aprile.
Secondo CPN, “Il presidente della Provincia si sta sbagliando. Se infatti avesse letto più attentamente l’Art.19, comma 2 ,della Legge Nazionale sulla Caccia n.157/92, avrebbe sicuramente visto che il parere dell’ISPRA è richiesto sull’utilizzo dei metodi ecologici ma “…qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento…”.
Proseguendo sulla questione afferma, Caccia Pesca Natura, “sulle modalità di esecuzione degli abbattimenti non c’è alcun bisogno di chiedere il parere dell’ISPRA, perché basta applicare la Legge Regionale esistente, potendo così avere un iter più snello e veloce, a vantaggio soprattutto degli agricoltori”.
Precisa ancora l’associazione, “Inoltre che il parere dell’ISPRA non sia né vincolante né necessario è stato confermato con Ordinanza del TAR Lazio – Sezione Prima Ter, 12.11.2010, n° 04908, in cui si precisa che “l’art. 7, comma 1, Legge 157/92 qualifica l’ISPRA come Organo scientifico e tecnico di consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province, la cui funzione istituzionale non può, pertanto, essere quella di sostituirsi alle Amministrazioni nel compimento delle proprie scelte in materia di caccia, ma quello di supportarla sotto il profilo squisitamente tecnico”.
Caccia Pesca Natura vuole poi ricordare al Presidente della Provincia, Leonardo Marras, che “se attualmente ai contenimenti sono abilitati tutti i cacciatori iscritti alle squadre del cinghiale lo si deve esclusivamente alla nuova Legge Regionale e non certo ad una delibera Provinciale, questo per ribadire che non vi è alcuna necessità di nuove norme in un campo, come la caccia, già più che regolamentato a livello nazionale e regionale”.
Infine conclude la propria invettiva l’associazione invitando Marras “a leggere accuratamente il protocollo che ha stipulato con l’ISPRA riguardo all’abbattimento dei piccioni: è completamente inutile che faccia proclami su come la Provincia intende intervenire per controllare la popolazione di piccioni e per limitare i danni da questi provocati alle colture agricole nel territorio del capoluogo, quando, in questo sciagurato protocollo, ha sancito che dal primo di novembre al primo d’aprile tali abbattimenti dovranno essere sospesi! Spieghi allora agli agricoltori, che hanno appena seminato, ed agli allevatori, che hanno i propri allevamenti invasi dai piccioni cosa potranno fare oltre ad urlare ‘sciò’…”.