La quiete dopo la tempesta, “Legge Comunitaria” del 2009 – comunicato stampa –
Riparte da oggi, al Senato, il lavoro per l’approvazione della “Legge Comunitaria” del 2009. In discussione per la conversione in legge anche l’art. 42 (ex 43) relativo alla necessità di adottare misure che non provochino un deterioramento della stato di conservazione degli uccelli e dei loro habitat, nonché all’esigenza di adeguare, per quanto possibile, le misure di conservazione previste per le Zone a Protezione Speciale anche agli habitat esterni a queste zone. Inoltre l’articolo prevede il divieto di caccia per ogni singola specie durante il ritorno al luogo di nidificazione e durante il periodo di nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.
Le modifiche apportate alla Camera dei Deputati prevedono anche in altri commi e articoli la possibilità, da parte delle Regioni, di posticipare – alla prima decade di febbraio – i termini del calendario venatorio (31 gennaio) previo parere dell’ISPRA al quale uniformarsi. Prevista anche, nella proposta di legge, la possibilità per le Regioni di adottare provvedimenti temporanei per l’esercizio delle deroghe di cui all’art. 9, paragrafo 1, lettera A della Direttiva 2009/147/CEE (specie che arrecano danni) nel rispetto delle linee guida che dovranno essere emanate con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Ambiente di concerto con il Ministro dell’Agricoltura, d’intesa con la Conferenza permanente Stato Regioni. Questi gli elementi più significativi di novità del provvedimento, rispetto all’attuale norma.
Da oggi la “Comunitaria”, compreso l’articolo in questione (che al Senato prende il n° 42), riprende la discussione in Commissione Politiche dell’Unione Europee e già oggi dovrebbe ricevere il parere della Commissione Affari Costituzionali. Nei prossimi giorni si dovrebbero avere i pareri delle altre Commissioni interessate ed è ipotizzabile che entro il mese di maggio, il provvedimento, ormai in quarta lettura, dovrebbe approdare in Aula per l’approvazione definitiva.
La “quiete dopo la tempesta” rappresenta il clima determinatosi dopo l’accordo trovato dalla “Maggioranza” e dal Governo, alla Camera dei Deputati tra i rappresentanti di alcune Associazioni di cacciatori (anche nelle loro funzioni di senatore e onorevole) – e gli ambientalisti, andando oltre le sceneggiate di rito, sembrano accontentare tutti.
Il punto di equilibrio proposto dal centrodestra è stato votato anche da gran parte dell’opposizione, contraria l’Italia dei Valori. Questa è stata – a detta dei politici amici della caccia – l’unica mediazione possibile e raggiunta in “zona Cesarini” dopo mesi di demagogia e propaganda.
L’Arci Caccia aveva indicato, da tempo, la strada dell’azzeramento di tutte le proposte di legge in discussione in materia di caccia e l’attivazione di un tavolo di concertazione tra le parti interessate, da tenersi alla luce del sole.
Così non è stato e temiamo non sarà. Nessuno risponderà – come sempre quando si parla di caccia – di questi accordi maturati in segreto per strumentalizzazioni politiche ed elettorali. La dimostrazione palese è la quiete e il silenzio di queste ore. “Passata la festa, gabbato lu santo”.
Quando la legge sarà approvata i problemi si trasferiranno nelle Regioni e già nei calendari venatori di quest’anno così come nei provvedimenti amministrativi che se non recepiranno la nuova norma nazionale produrranno il moltiplicarsi dei ricorsi ai Tribunali Amministrativi che saranno titolati a decidere “molto” della prossima stagione venatoria.
Questa ennesima lezione, in particolare per coloro che giuravano di “suonargliele” che, di contro, “ci hanno lasciato suonare” auspichiamo convinca tutti a parlare il linguaggio dell’onestà e della responsabilità. Prima si sostiene e plaude la FACE che firma gli accordi (Bruxelles, 12 ottobre 2004) con gli ambientalisti per scrivere leggi che nei Paesi autorizzano solo una caccia sostenibile (premesse che si ritrovano tutte in Comunitaria 2009 o nel Decreto sulle ZpS Pecorato/Prestigiacomo), poi ci si fa rappresentare dai politici che organizzano il “fuoco amico” e poi ci si dichiara vittime degli onorevoli che avrebbero avuto i nostri voti, poi il Partito dei Cacciatori che non apre bocca in Parlamento sulla questione dei tempi di caccia con il Deputato che li rappresenta che, forse assente, non vota.
Non ci si lamenti se l’unità di comodo e la spietata concorrenza continuano a produrre male comune e gaudio per nessuno.
Per non essere “sudditi” e subire le limitazioni che ci vengono imposte (come se incapaci di intendere quelle necessarie e quelle che non lo sono) meglio trattare praticando onestà, coerenza e trasparenza e, se ci sono mediazioni da fare assumiamoci la responsabilità chiedendo agli altri “portatori d’interesse” di assumersi le loro davanti agli italiani.
Il numero delle “vergini” anticaccia e degli oltranzisti ne uscirà fortemente ridimensionato e sarà un passo avanti affinchè la caccia trovi un po’ di pace
Roma, 5 maggio 2010