Qualcuno deve fermali…. È così che iniziava un mio breve articolo di poco tempo fa. Lo scritto di allora era frutto e risposta a un intervento del mondo animalista riguardo alla loro posizione ostile verso la caccia; avevo voluto in quella circostanza, radiografare e approfondire alcune loro posizioni ideologiche, fortemente in contraddizione verso alcuni loro comportamenti.
Per questo mio modesto intervento ebbero a scrivere molti insulti, indirizzando verso la mia persona anche rabbiose minacce di morte! Ma questa è vicenda passata. La stessa sorte, per quanto riguarda il livello degli insulti, è accaduta di recente a Caterina Simonsen, la giovane 25 enne studente di veterinaria in quel di Padova.
La giovane in questione, affetta da quattro malattie genetiche rare, è rea, a detta di alcuni esponenti animalisti, di aver ringraziato la sperimentazione sugli animali, i cui risultati, tradotti in elementi farmacologici le hanno salvato la vita. Tutto ciò in buona sostanza le permettono di vivere e anche sperare in una futura guarigione. La giovane, offesa in modo grave e volgare sul proprio profilo Facebook, è stata minacciata di morte da chi, ancora una volta, ha anteposto la vita degli animali a quella delle persone. Mi aspettavo, almeno in questa circostanza visto il coinvolgimento di una persona gravemente ammalata, una decisa presa di posizione da parte dei Ministeri deputati a questo delicato compito.
Ancora una volta invece, nulla. Resto allibita da questo silenzio, indignata, arrabbiata e offesa dalla mancata presa di posizione delle Istituzioni, che dovrebbero, proprio perché Istituzione, almeno in questi casi stringersi a sostegno e conforto verso chi già vive nella quotidiana sventura. Chissà! Mi auguro almeno che questo silenzio non sia frutto d’indegni calcoli elettorali…. anche se il dubbio mi tormenta. A un osservatore attento però certo non possono sfuggire alcuni aspetti che, pur nei limiti che separano le vicende di carattere venatorio da quelle della sofferenza umana, hanno un denominatore comune: la filosofia dettata dal mondo animalista, che accomuna le bestie con il genere umano. Un recente simposio, il cui tema principale mirava ad analizzare e ad approfondire il rapporto tra l’uomo e l’animale sotto l’aspetto etico e legislativo, si è concluso con la convinzione… quantomeno dei relatori…..,che l’aumento dell’affezione verso il mondo animale è proporzionale al grado di benessere della società. Se ciò fosse vero, scandagliando a ritroso nella storia, dovremmo recuperare aspetti improntati alla custodia dell’umano, magari a scapito degli animali.
Non è così. Almeno in molti casi non lo è stato. Si veda come negli anni bui della storia moderna che riguarda l’Europa, essa sia costellata da esempi che contrappongono l’utilizzo della vita umana a quella animale, anche nella sperimentazione. Il Dottor Josef Mengele ad esempio, tristemente noto come “Angelo della morte” iniziò i suoi esperimenti sulle cavie… per poi continuare gli stessi esperimenti su bambini e giovinetti alimentando così l’orrore dell’Olocausto. Anch’esso, come il diretto superiore Adolf Hitler, simpatizzava più per le bestie che per gli uomini. E’ forse per l’emulazione di questi carnefici che nella farneticante antologia d’insulti trasmessi nel web, alcuni animalisti nostrani preferirebbero salvare il proprio pesce rosso piuttosto che Caterina? O altri ancora che, delirando, propongono in modo animalesco la sperimentazione su delinquenti e carcerati? Ma il buon senso, almeno quello di cui si vantano e se ne ritengono ricchi i nostri ultimi governanti, dov’è andato a finire? E si continua così in questo girone infernale, dove l’ipocrisia fa da padrona, dove gli interessi personali vengono spacciati come necessità di tutta la società. E allora magari si tenta di recuperare spazi elettorali persi, aimè, in vicende giudiziarie, facendosi fotografare con in braccio il cagnolino Dudù, creando anche per ovvia convenienza, Forza Dudù…sito per cani sfortunati.
Ma non è il solo che si diletta in qualunquismo, altri che immeritatamente hanno preso il suo posto sembrano inclini a una raccolta di consensi attraverso l’immagine del buon padre di famiglia con in braccio il cagnolino, di nome Trozzi stavolta e ne abbiamo esempi anche nell’opposizione tanto per non perdere il passo! A questo punto potrei tentare anch’io la carriera politica presentandomi a Montecitorio con la gabbia dei canarini. Potrebbe esser un successone, visto che anche la famosa soubrette parzialmente comica che imperversa su canale tre, profumatamente pagata con il nostro canone, è in grado di suggerire al Comune di Roma la soluzione all’annoso problema sulla cacca degli storni….si proceda a potare i platani dice, in modo che mancando d’appoggio gli stessi vadano altrove… per i loro bisogni. Poveri storni. Ma è sull’argomento specifico che riguarda Caterina che il silenzio di questa classe dirigente fa rumore, ci assorda tutti. Ed è una cosa seria, qui non c’è niente di ridicolo. In questo caso è la loro prudenza ad esporsi nel difendere con vigore i valori sacrosanti che ci manca, e sono certa che il tutto vien fatto per non inimicarsi consensi, anche se ignobili ma pur sempre consensi numerici. E’ terribile ed osceno.
C’è ne sarebbero di cose da dire per tutti loro, destra, sinistra e centro. Ma in fine, rimanendo in tema mi chiedo dubbiosa: chissà se queste persone che si dichiarano amanti degli animali, al punto di scendere sul “sentiero di guerra” per ostacolarne l’utilizzo nella sperimentazione offendendo e minacciando per difendere il loro credo, in caso di malattia, proprio per scrupolo di coscienza, rifiuteranno come gesto estremo l’uso di farmaci ottenuti con questi metodi a loro avversi?
Lara Leporatti