Il Sindacato Venatorio Italiano ha lanciato sulla nota piattaforma Change.org una petizione per chiedere alle associazioni venatorie di investire risorse a difesa della caccia. Per ora si è molto vicini alle 1000 firme, ma cosa vuole raggiungere esattamente SVI? Nella petizione si può leggere come sia ormai trent’anni che i cacciatori vengono attaccati dal punto di vista mediatico con bugie che fanno leva su una presunta strage di animali.
Diversamente da quanto si crede, gli investimenti dei cacciatori sono volti anche e soprattutto al miglioramento ambientale (il Sindacato ha parlato di centinaia di migliaia di euro), una tutela territoriale di cui si parla troppo poco. Questi interventi sono a tutto vantaggio della biodiversità e non solo delle 40 specie cacciabili. La petizione ricorda anche le strategie fallimentari di animalisti e ambientalisti per risolvere il problema dei cinghiali, visto che si è preferita una protezione integrale e la creazione di zone protette in cui i selvatici si sono riprodotti in maniera inverosimile.
SVI ha accusato anche le associazioni venatorie riconosciute, troppo immobili e incapaci di far sentire la loro voce. Secondo l’iniziativa i 500mila cacciatori italiani sono stanchi di essere rappresentati da dirigenti con una dubbia preparazione venatoria. L’unione della caccia è l’unica strada da percorrere per salvare questa passione.