Randagismo: L’on. Faenzi: “Vengono abbandonati dai turisti e gli animalisti non fanno nulla”.
Può sembrare strano, ma a Lampedusa l’unica emergenza che si vede oggi è quella dei cani randagi. Sono loro i veri profughi, o quanto meno i soli di cui tutti andando sull’isola possono rendersi conto subito.
Sull’isola c’è un’emergenza percepita, ovvero i profughi tunisini, e un’emergenza reale, cioè i cani abbandonati dai turisti. Mentre dei primi non ne esiste traccia, grazie allo splendido lavoro svolto da guardia costiera, guardia di finanza e carabinieri che ogni giorno intercettano e accompagnano gli immigrati clandestini provenienti dalla vicina Tunisia, nelle strutture di accoglienza per poi provvedere al loro reimbarco verso luoghi più sicuri, i secondi stanno diventando una vera e propria piaga sanitaria e un problema di sicurezza pubblica della quale nessuno si fa carico.
Questi profughi a quattro zampe sono, infatti, centinaia, “a volte se ne sono contati anche mille”, dicono sull’isola, vivono in branco, gironzolano pericolosamente per le vie del centro, dormono sulla spiaggetta davanti al porto, e molti di loro sono anche malati. Un fenomeno orribile che va avanti da anni e del quale nessuno si occupa: i loro padroni prima li portano con sé sull’isola, e alla fine della loro vacanza ripartono lasciandoli lì.
Questo a causa anche delle compagnie aeree o marittime che, paradossalmente, decidono discrezionalmente a seconda del viaggio di accettare o meno animali a bordo. Quindi se all’andata magari è stato possibile imbarcarli, può succedere che non lo sia al ritorno e molti scellerati padroni decidono così di disfarsi del loro animale domestico.
Questo ha causato con gli anni un’emergenza cani randagi sull’isola che si nota maggiormente nei periodi estivi. Lampedusa diventa la loro prigione, soprattutto d’inverno, senza né cibo né alloggio. La cosa assurda è che sull’isola il Wwf gestisce un vero e proprio ospedale che ospita una decina di tartarughe marine, ma i premurosi animalisti non si accorgono invece di centinaia di cani abbandonati a pochi metri da loro.
Questo caso è esemplificativo, dato che la tanto criticata iniziativa presa in Commissione agricoltura alla Camera della quale faccio parte che contempla l’abbattimento dei cani inselvatichiti al fine di salvaguardare le greggi ha suscitato scalpore e sgomento da parte delle associazioni animaliste e ambientaliste.
Peccato però che queste non facciano altro che strumentalizzare per proprio conto il lavoro portato avanti dopo mesi di consultazioni dalla commissione che prevede una regolamentazione dedicata al fenomeno dei cani inselvatichiti e degli ibridi, e non si accorgano di casi ben più gravi che esistono in Italia di animali da salvaguardare e curare. Noi non siamo nemici dei cani randagi, e questo lo dimostra, ma solo di quelli che provocano danni a cose e persone.
Ognuno faccia il proprio mestiere, dunque, e trovi soluzioni ai reali problemi degli animali non a quelli che, pregiudizialmente, si vogliono far apparire come tali.
E’ su questo grave caso di Lampedusa che sto denunciando e del quale mi occuperò in commissione parlamentare, che gli animalisti dovrebbero indignarsi e intervenire al più presto, invece di gettare fango sul tentativo della Camera di trovare soluzioni al problema degli attacchi dei lupi alle greggi, che causano gravi danni economici agli allevatori.
Ufficio Stampa on. Monica Faenzi (Pdl)