I fatti nel dettaglio
È una vicenda davvero singolare quella affrontata dal Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia. I giudici hanno infatti respinto il ricorso di un cacciatore originario di Palermo che voleva vedere restituita la propria licenza di porto di fucile. Quest’ultima gli era stata negata in seguito al furto subito in casa, con il ladro capace di smurare l’armadio cassaforte con le armi riposte all’interno e di portarlo via senza grossi complimenti.
Utilizzo indebito delle armi
Il comportamento del derubato è stato ritenuto dal TAR come passibile di utilizzo indebito dell’arma, con l’omessa custodia considerata tale nonostante quanto compiuto dal ladro che ha rimosso faticosamente la cassaforte. Si tratta di un precedente che sta già facendo discutere e che è destinato ad attirare nuove polemiche nel corso dei prossimi mesi.
Le motivazioni del ricorso
Queste erano state le motivazioni del ricorso del cacciatore: “L’Amministrazione avrebbe basato il decreto su elementi insussistenti ed ininfluenti per determinare la revoca della licenza di porto di fucile e non avrebbe neanche posto in essere alcuna attività istruttoria anche in sede di sommarie informazioni e di indagini preliminari. Inoltre, non avrebbe tenuto conto della circostanza che il ricorrente ha subito il furto nella propria abitazione mediante l’asporto dell’intero armadio cassaforte, ancorato al muro, contenente i fucili legalmente detenuti e adeguatamente custoditi e non avrebbe subito il furto delle singole armi“.