E certamente in quella di chi ha tutto l’interesse a spacciarla come reale». LA LAC rafforza l’accusa ricordando che «fortunatamente c’è stato l’intervento della polizia provinciale a smontare l’ennesima notizia stravolta. Un intervento che è stato anche un autogol per chi, dai cacciatori alla politica, sostiene la pratica degli abbattimenti per attuare un fallimentare contenimento della specie. Il cinghiale che ha accidentalmente colpito una escursionista sull’alto Garda stava fuggendo terrorizzato dai segugi e dai cacciatori che lo stavano braccando, ma fino alla precisazione della polizia, per gli organi d’informazione era ufficialmente un animale pericoloso che aveva aggredito una donna».
Secondo la Lac «il pericolo, e chi studia il problema seriamente lo dice da tempo, è in realtà rappresentato proprio dalle braccate che frammentano i branchi moltiplicando la riproduzione e terrorizzando gli animali. Il pericolo è la disinformazione organizzata, ai limiti del procurato allarme, in merito alla quale la Lac ha chiesto un incontro col prefetto. Questa campagna nasconde l’obiettivo di chi la cosiddetta emergenza l’ha creata, ovvero i cacciatori, avallato dalle politiche della Regione: quello dei cinghiali è già un business. Questi animali sono già carne da macello, e l’interesse è solo quello di moltiplicarne il numero per ricavarne reddito» (BresciaOggi).
Quelli della LAC hanno i paraocchi come i cavalli, ma vi rendete conto che dicono cose fuori dal mondo,come si fa a negare che c”e emergenza cinghiali, è sotto gli occhi di tutti,ormai ce ne sono talmente tanti che sono diventati un pericolo per tutti,io stesso ho avuto un cane ferito da un cinghiale mentre stavo cacciando beccacce,roba da matti!!