Renzo Ulivieri, ex allenatore di calcio e attuale numero uno dell’Associazione Italiana Allenatori, ha rilasciato una interessante intervista alla Confederazione Cacciatori Toscani. L’ex tecnico di Bologna e Parma ha parlato della sua passione per l’ambiente e il bosco, mentre quella per la caccia gli è stata trasmessa dallo zio, grande cacciatore di allodole e fischiatore fenomenale. La sua attività preferita, invece, è sempre stata quella da capanno, svolta nel massimo rispetto delle regole ambientali.
La lunga carriera nel mondo del calcio non gli ha sempre permesso di conciliare sport e caccia, anche se il lunedì è sempre stato il suo giorno libero e dedicato all’ars venandi. Secondo Ulivieri la caccia odierna è cambiata molto, in quanto è cambiata anche la società. Le radici rurali sono in via di estinzione, come anche il mondo contadino. Per il presidente dell’AIA non c’è più l’abitudine a frequentare il territorio, dunque la caccia non poteva che risentirne.
Il mutamento, poi, si è tradotto in un minor avvicinamento dei giovani all’attività venatoria, visto che ci sono anche meno spazi. Ulivieri ha puntato il dito contro una legislazione che tende a burocratizzare l’attività, tralasciando la promozione di una forma di cultura importante. Il modello toscano, in particolare, è in crisi e si rischia una paralisi gestionale. La filosofia del risparmio a tutti i costi, infine, ha fatto perdere il collegamento col territorio.