Le sterilizzazioni si sono rivelate un mezzo flop e oggi le nutrie sono tornate a preoccupare la Città Metropolitana di Torino. Dal 2017 al 2021 il piano di contenimento affiancato a una sperimentazione del Canc per ridurre il numero di roditori nel contesto urbano torinese non ha prodotto i risultati sperati. Così il problema si è ripresentato. «Gli animali sono comparsi negli stessi siti – ha spiegato in Circoscrizione 7 la dottoressa della Città Metropolitana Paola Violino -. Allo stato attuale stiamo studiando un secondo piano, ma senza sterilizzazione. Anche perché i costi sono alti».
Eliminano tutta la vegetazione, desertificano le sponde dei fiumi e impediscono alle altre specie di riprodursi. Le nutrie sono state avvistate lungo i fiumi di quasi tutto il Piemonte. Non solo in piazza Chiaves, a Vanchiglietta, dove il problema è molto sentito e dove recentemente alcuni esemplari sono stati pizzicati a rovistare tra i rifiuti. Il capogruppo di Fdi, Patrizia Alessi, ha proposto di emanare un’ordinanza che vieti di dare cibo alle nutrie, con cartelli che spieghino la motivazione. «Va bene il contenimento – ha precisato il consigliere di M5s, Francesco Lauria -, ma avviamo una campagna per evitare uccisioni con metodi brutali».
Un nuovo piano 2022-2026 di contenimento è attualmente in fase di approvazione da parte del consiglio metropolitano. All’ordine del giorno la possibilità di catture con gabbie e soppressione eutanasica. «Speriamo in interventi soft – hanno concluso il presidente della 7, Luca Deri, e la coordinatrice all’Ambiente, Marta Sara Inì -, ma è inevitabile che occorra intervenire per preservare il nostro habitat. Partendo proprio dallo spiegare alle persone che non devono sfamare le nutrie con grissini e pane» (Cronaca Qui).