La stazione di inanellamento Bocca di Caset, in Trentino, è tornata operativa in questi giorni per le consuete attività, come si evince dai post social più recenti della stessa struttura. Su Facebook, infatti, è apparso questo messaggio lo scorso 4 agosto: “Ebbene sì, siamo tornati per una nuova stagione di monitoraggio della migrazione! Dopo due giorni no-stop, tutto è pronto cominciare: le reti, gli anelli, gli operatori e naturalmente i piccoli migratori”.
Il post immediatamente successivo è stato dedicato a una delle specie tipiche: “Ospite gradito di tanti nostri giardini, il codirosso comune è anche una delle prime specie ad abbandonare i siti riproduttivi per quelli di svernamento. Come tanti altri migratori di questo periodo sceglie le ore notturne per viaggiare, quando le condizioni climatiche sono più favorevoli e i predatori meno numerosi, e quelle del giorno per alimentarsi. Con l’avanzare del giorno si fanno invece strada gli arruffati giovani rappresentanti dell’avifauna locale, che contribuiscono ad arricchire le nostre catture”.
Nelle ultime ore, poi, sono arrivati nuovi aggiornamenti: “Gli uccelli sono indicatori molto sensibili dei cambiamenti ambientali, rivelando con anticipo possibili criticità. È il caso della sterpazzola, che in tempi non sospetti ha rivelato la pericolosità dei cambiamenti climatici: nel 1968 una grave siccità colpì le zone del Sahel dove trascorreva l’inverno, causando un crollo numerico delle sue popolazioni. Effetti simili ebbero le scarse piogge del ’83 e del ’90. Peccato che il suo allarme sia rimasto a lungo inascoltato. Insieme a lei, oggi inanelliamo anche qualche rapace diurno” (fonte: Stazione di Inanellamento Bocca di Caset).