Altri cento finiranno invece fra Beverino, Borghetto, Brugnato, Carro, Carrodano, Pignone e Riccò del Golfo mentre gli ultimi cinquanta saranno liberati a Bonassola, Deiva, Famura e Levanto. Tutti ovviamente andranno incontro al loro destino e al fiuto di cani e cacciatori consolidando una tradizione di lungo corso del nostro territorio nonostante nel tempo le voci dei contrari alla caccia si siano fatte più ampie e consistenti (Cittadellaspezia.com).
Gestione del patrimonio ambientale Venerdì 16 maggio alle ore 20.00 presso la Sala “La Tappa” a Valle di Cadore (Belluno) l’U.N.C.Z.A. (Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi – settoriale FIdC) organizza una serata culturale sul “ruolo strategico del cacciatore di montagna...
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