Apertura di stagione
Anche quest’anno stiamo assistendo al riproporsi della polemica sull’opportunità di aprire o meno la caccia alla tortora selvatica. Questo migratore estatino, forse perché apre la stagione, è sempre stato importante per i cacciatori italiani che attendono con ansia di cacciarlo, anche se per un periodo veramente ristretto.
Alcune considerazioni
Detto questo, non possiamo esimerci da alcune considerazioni:
– Che questa specie sia in declino, tanto da essere stata classificata come vulnerabile nella lista rossa di Birdlife international, è purtroppo innegabile seppur con notevoli differenze da regione a regione.
– Per questo abbiamo accolto con soddisfazione l’approvazione del Piano di Gestione della Specie, che speravamo fosse d’aiuto.
– Per lo stesso motivo abbiamo accettato di buon grado l’idea che il prelievo dovesse essere ridotto e monitorato, in modo da renderlo sostenibile. Quello di una caccia ecocompatibile è un nostro mantra.
– Per questo ci siamo adeguati alla necessità di utilizzare, per raggiungere questo scopo, le più moderne tecnologie (App, tesserini elettronici, portali), cercando di aiutare per quanto possibile i cacciatori più anziani, in difficoltà a confrontarsi con queste innovazioni.
– Per questo siamo rimasti oltremodo perplessi dalla girandola di comunicazioni e circolari che hanno seguito la richiesta di moratoria del prelievo giunta dalla UE. Che i Ministeri competenti ci dicano chiaramente se la tortora può essere cacciata o meno e in caso positivo a quali condizioni. Già la Commissione Europea ha avuto il solito atteggiamento “pilatesco”, raccomandando di chiudere la caccia alla tortora anche nella flyway orientale, ma fornendo le quote di prelievo agli stati membri (17.590 capi per l’Italia).
Atteggiamento di comodo
A seguire il Ministero dell’Ambiente ha inviato in data 14 maggio una circolare dove “si invitano tutte le Regioni a escludere la Tortora selvatica dai rispettivi calendari venatori per la stagione 2024-25.”, con questo scaricando la responsabilità della scelta politica alle Regioni. Un atteggiamento di comodo giuridicamente e tecnicamente sbagliato, visto che le trattative in Europa le ha condotte il Ministero
– Tale richiesta è giustificata dal Piano di Gestione Nazionale per la Tortora selvatica, in linea con quanto previsto dalla Direttiva Uccelli. Aprirla dimezzando ulteriormente il prelievo, come si è ventilato, ci sembra tragicomico. Ricordiamo, a titolo di esempio, che in Toscana lo scorso anno con 5000 capi in prelievo, la caccia alla tortora si è chiusa, con comunicazione sulla APP, alle 9.15: dimezzare il prelievo vorrebbe dire cacciare per un’ora circa; una presa in giro per i cacciatori su cui esprimiamo forte contrarietà!
– Ci permettiamo di chiudere con una ulteriore riflessione. Il mondo venatorio ha risposto bene alle limitazioni poste per poter continuare il prelievo di questa specie senza impattare negativamente sulla stessa. Eppure, sembra che le misure del piano di gestione non abbiano sortito grandi effetti e la popolazione europea di Streptotelia turtur stia peggio di prima. Possiamo quindi affermare che la caccia non era il problema principale? Per questo chiediamo che, di pari passo alle misure nei confronti del prelievo venatorio, il Governo si adoperi per rimuovere gli ostacoli ambientali alla ripresa di questa specie tanto importante per l’ambiente ed i cacciatori italiani (fonte: Arci Caccia).