È recentemente stata pubblicata una ricerca che analizza i problemi dell’allevamento in cattività dei galliformi selvatici. Molti progetti di reintroduzione o ricostituzione di queste popolazioni falliscono anche per la bassa sopravvivenza degli animali utilizzati. Co-autore dello studio, effettuato da due etologi dell’Università di Exeter, è il dott. Francesco Santilli, collaboratore dell’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali di Federcaccia. La ricerca rivela che le condizioni in cui gli animali vengono allevati nelle prime settimane di vita, anche se garantiscono una buona crescita, potrebbero non preparare gli uccelli ad affrontare le condizioni della vita selvatica. Sappiano infatti che i fasianidi allevati in cattività hanno molte più probabilità di essere predati o soffrire la fame dopo il rilascio.
Occorre pertanto trovare un equilibrio fra le condizioni per mantenere il benessere degli uccelli nella fase di allevamento e quello dopo la liberazione nell’ambiente naturale. Sono stati studiati alcuni cambiamenti nelle tecniche di allevamento che possono aiutare a risolvere questo problema. È stato visto che se si “arricchisce” l’ambiente di allevamento in modo da renderlo più simile a quello selvatico, gli animali tendono ad assumere comportamenti più naturali.
Ad esempio la presenza di posatoi già nelle prime fasi di vita consente ai pulcini di fagiano di sfuggire alle molestie da parte degli altri pulcini, ma al tempo stesso gli insegna a salire sui rami degli alberi per sfuggire ai predatori terrestri durante la notte. L’applicazione e l’approfondimento delle ricerche sul comportamento animale trova applicazione nei programmi di reintroduzione e di ricostituzione delle popolazioni di galliformi come starna e pernice rossa per i quali è molto difficile attingere a popolazioni selvatiche come fondatori.
Riferimento alla pubblicazione e alla ricerca:
JR Madden, F Santilli, MA Whiteside. The welfare of game birds destined for release into the wild: a balance between early life care and preparation for future natural hazards. Animal Welfare, 2020 29 (1).