L’Autorità amministrativa, nell’esercizio della propria ampia discrezionalità, deve tener conto del fatto che l’eventuale revoca dei titoli abilitativi (nel caso di specie la nomina a guardia particolare giurata e l’autorizzazione al porto di pistola per difesa personale) può incidere sulla capacità lavorativa dell’interessato e quindi sulla sua possibilità di produrre reddito e di reperire risorse per il sostentamento proprio e della propria famiglia.
Di conseguenza in tal caso occorre che il provvedimento sia sorretto da una motivazione più rigorosa rispetto a quella che potrebbe invece adeguatamente suffragare analoghi provvedimenti in materia di armi emanati nei confronti di soggetti che non svolgono tale attività professionale. Lo stabilisce il Tar Lazio, sez. I ter, sentenza 9 dicembre 2021, n. 12695.