Carla Casciari, consigliere del Partito Democratico, ha sottoposto all’attenzione del Consiglio Regionale dell’Umbria una mozione che riguarda il sistema di filiera corta per il cinghiale. Lo stesso Consiglio ha deciso di rinviare in Commissione la proposta per nuovi e ulteriori approfondimenti, ma di cosa si tratta esattamente. Nell’aula di Palazzo Cesaroni si è parlato della possibilità di instaurare in Umbria questo sistema, in modo da valorizzare la qualità della carne ricavata dall’attività di contenimento dei cinghiali.
Nella mozione è contenuto anche l’auspicio relativo alla creazione di una filiera in cui gli animali siano verificati con cura, senza dimenticare la lavorazione dei selvatici all’interno di mattatoi autorizzati per queste situazioni specifiche. Gli stessi mattatoi, poi, dovrebbero essere a completa disposizione dei cacciatori che fanno parte delle squadre di contenimento.
La filiera corta dell’Umbria andrebbe a coinvolgere diverse istituzioni, sia a livello regionale che locale. In particolare, si è fatto riferimento agli Ambiti Territoriali di Caccia, al Dipartimento di Prevenzione e al Servizio Sanitario, ma non sono esclusi i parchi naturali umbri, vale a dire i luoghi in cui gli ungulati sono maggiormente presenti. L’obiettivo finale è quello della creazione di un marchio locale che possa essere promosso in Italia e all’estero.