Fanno eccezione i cinghiali, cacciabili dal 2 novembre, e le beccacce, per le quali si spara dal 10 ottobre al 10 gennaio. Un calendario, per queste ultime, arrivato nonostante la contrarietà dell’Ispra, l’agenzia ministeriale che tiene d’occhio i dati ambientali: “L’Ispra – annota la stessa Regione nel decreto che fissa i termini del calendario venatorio – tenuto conto della forte pressione venatoria a cui è sottoposta la specie ritiene opportuna la chiusura della caccia al 31 dicembre, anche ai fini di una razionale e corretta gestione della specie”.
La Sicilia, però, non si adeguerà: “Tenuto conto del progetto Ali d’Italia, che si basa sull’analisi di dati dei capi abbattuti – aggiunge il decreto – reputa di potere pianificare una corretta gestione della specie basata su un prelievo sostenibile e pertanto posticipa la chiusura della caccia al 10 gennaio”. L’ultimo colpo di doppietta in Sicilia sarà sparato il 30 gennaio, quando si chiuderanno la caccia alla volpe e quella al cinghiale.