Anche la Regione Piemonte ha iniziato ad abbozzare il calendario venatorio 2017-2018, seguendo l’esempio della Campania. Il testo è stato reso noto alle associazioni venatorie e ora si attendono le consuete osservazioni che potranno pervenire entro la giornata di domani, venerdì 17 marzo. Il passaggio successivo e fondamentale sarà quello del parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Che cosa è stato deciso per il momento?
I cacciatori piemontesi devono fare i conti da qualche tempo con alcune limitazioni: in questo caso la chiusura della caccia ai turdidi è fissata al 10 gennaio, mentre quella alla beccaccia termina a fine anno, dunque dieci giorni prima. Dal 1° ottobre al 20 gennaio si possono cacciare gli acquatici, ma come è noto da tempo le specie coinvolte sono poche, vale a dire alzavola, gallinella d’acqua e germano reale. Per il prelievo del cinghiale il periodo di riferimento dovrebbe essere compreso tra il 24 settembre e il 25 dicembre o dal 1° novembre al 31 gennaio.
Per ogni giornata di caccia si possono abbattere non più di due capi di fauna selvatica stanziale (uno dei capi deve essere la lepre comune). Gli altri totali da non superare per quel che riguarda i carnieri sono i seguenti: 25 cinghiali l’anno, cinque lepri comuni, cinque capi annuali per starne e pernici rosse, 30 fagiani, 70 minilepri e 50 capi annuali a testa per conigli selvatici, cornacchie grige, cornacchie nere, gazze e ghiandaie.