Sandro Bisonni, vicepresidente della Commissione Territorio e Ambiente della Regione Marche, ha presentato una proposta di legge regionale che punta a cambiare quella in vigore dal 1995 in materia di caccia. In particolare, l’obiettivo è quello di aumentare la distanza minima che devono rispettare i cacciatori quando si trovano nei pressi dell’abitato, di luoghi di lavoro e in tutti quei posti in cui possono essere coinvolte altre persone.
Secondo Bisonni un cambiamento del genere è necessario dopo che ci sono stati episodi spiacevoli con il conseguente rischio per la salute dei cittadini. Il vicepresidente ritiene anche che l’attività venatoria condizioni in modo pesante le altre attività economiche, in particolare quelle legate al turismo e all’agricoltura. Le distanze minime passerebbero così da 100 a 300 metri rispetto ad aie, cortili, case, luoghi di lavoro, fabbricati rurali e ferrovie.
Inoltre, il fucile con canna ad anima liscia potrebbe essere vietato a meno di 300 metri (la legge impone 150 metri), senza dimenticare il rispetto delle macchine agricole in funzione. I nuovi dati riguarderanno probabilmente anche i valichi montani, quindi non più 1000 ma 1500 metri minimi di distanza. La proposta è stata avanzata e motivata e si attendono ora le risposte del mondo venatorio.