Fabio Rolfi, neoassessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, ha risposto ad alcune critiche che erano state avanzate dalla minoranza del Consiglio Regionale per quel che riguarda la gestione dei cinghiali. Secondo quanto riferito da Rolfi, l’impostazione fin troppo centralista del Governo ha influenzato l’applicazione della legge obiettivo per gli ungulati. L’impugnazione del testo di fronte alla Corte Costituzionale è stato un ostacolo importante, di conseguenza i partiti che oggi lamentano l’inattività dell’ente locale sono, secondo l’assessore, gli stessi che hanno intralciato uno strumento che sarebbe stato utile per frenare l’emergenza.
Un altro problema è stato rappresentato dalla bocciatura dell’emenedamento di alcune regioni per lo snellimento delle procedure di controllo della fauna selvatica, in particolare tramite gli operatori abilitati a questa attività. Rolfi ha comunque assicurato come la Lombardia stia lavorando alla preparazione e adozione dei primi due atti per suddividere il territorio regionale in aree idonee e non idonee in merito al cinghiale.
La zonizzazione consentirà di attuare senza problemi il controllo e l’abbattimento, anche tramite la caccia. Nei primi giorni di maggio, poi, ci sarà un documento tecnico che servirà a raccogliere informazioni e a confrontarsi sul problema. Infine, la Regione è pronta a promuovere la filiera alimentare della carne degli ungulati, così da far diventare una risorsa quella che ora è soltanto una problematica.