Stefano Mai, assessore della Regione Liguria all’Agricoltura, è intervento sulla questione cinghiali relativa a questo territorio. Nel 2016 è stata approvata la normativa sulla difesa del fondo, che consente già agli agricoltori professionisti, titolari di azienda agricola e possessori di porto d’armi da caccia, la possibilità di abbattere gli ungulati nei loro appezzamenti, dopo averne dato comunicazione e dopo la verifica del corpo di vigilanza regionale. La puntualizzazione è arrivata dopo la richiesta di Coldiretti di utilizzare doppiette libere contro i cinghiali.
Per Mai è necessario evidenziare che il problema cinghiali è ancora più pressante dopo l’impugnativa del governo della legge regionale che avrebbe permesso ad alcuni cacciatori, con appositi corsi di formazione, di coadiuvare la vigilanza regionale nelle battute di contenimento. A seguito di questo, è stato dato il via libera alla nuova norma per sfruttare queste figure in affiancamento alla vigilanza regionale e avviare i corsi di formazione. La problematica principale da affrontare oggi è legata ai danni causati da altri ungulati, come caprioli e daini per cui esiste unicamente la caccia di selezione, che tuttavia è ritenuta inadeguata per ridurne il sovrannumero.
Inoltre, il daino, non essendo specie autoctona, dovrebbe essere eradicato. Questi animali sono in grado di saltare fino a tre metri di altezza, quindi non è pensabile, né fattibile, ipotizzare di costruire recinzioni di quella tipologia a salvaguardia delle produzioni aziendali. La Regione ha colto il grido di allarme di Coldiretti e proverà a sensibilizzare il Ministero delle Politiche Agricole e l’Ispra per approvare metodi maggiormente incisivi.