“L’obiettivo – aggiunge Alfieri – è contenere l’aumento delle popolazioni di questa specie che, negli ultimi anni, ha arrecato gravissimi danni alle colture agricole, oltre a influire negativamente sugli incrementi riproduttivi di diverse specie faunistiche rilevanti per la conservazione dell’ecosistema”. Il Piano, coordinato dal Criuv (Centro di riferimento regionale per l’igiene urbana veterinaria) ed elaborato dal gruppo di lavoro dell”Università “Federico II” di Napoli, è stato approvato dall”Ispra e ha avuto parere favorevole dall’Ufficio Via della Regione.
Sono previste una serie di misure (prelievo in selezione, catture e girata) volte ad assicurare una gestione ottimale della specie in funzione delle caratteristiche ambientali e delle attività antropiche nelle varie aree. Il Piano è suddiviso in due parti: gestione ordinaria (aree a caccia programmata; prelievo nelle aree vocate mediante la braccata) e controllo straordinario (aree non vocate, aree a controllo mediante prelievo selettivo, girata e/o catture). Dal punto di vista territoriale, la gestione è differenziata in: aree vocate; aree di caccia di selezione; aree a controllo (o a media vocazione); aree non vocate. Il piano sarà applicato dagli Ambiti territoriali di caccia, dagli enti gestori delle aree protette e degli istituti faunistici regionali.