L’ex assessore regionale dell’Abruzzo, Dino Pepe, ha criticato nelle ultime ore il calendario venatorio relativo alla stagione 2019-2020. La Regione ha replicato e difeso il testo tramite il vice-governatore, Emanuele Imprudente. Ecco le sue parole: “Nell’ultimo anno, abbiamo registrato una vera e propria pioggia di ricorsi da parte delle associazioni ambientaliste sui calendari venatori, in gran parte delle regioni italiane, tra le altre la Toscana, le Marche, la Calabria e la Puglia. Obiettivo di questi ricorsi è bloccare l’apertura della stagione venatoria, o almeno ridurne al massimo gli spazi temporali e territoriali. Accade anche in Abruzzo: chi fa ostruzionismo e alimenta il conflitto e la confusione fa il male del territorio.
L’Abruzzo come le altre Regioni d’Italia non tenta di superare il dettato normativo come dichiarato alla stampa da qualcuno in questi giorni. Il mondo venatorio, dal canto suo, si definisce sconcertato dal fatto che nelle regioni limitrofe, con le stesse leggi nazionali e più datati strumenti di pianificazione venatoria, risultino possibili le pre-aperture e la caccia vagante a settembre o a gennaio. La Regione Abruzzo, per il 2019-20, ha adottato un calendario venatorio assolutamente in linea con quello delle regioni limitrofe, ma nonostante questo siamo stati oggetto di ricorsi e contrapposizioni. In questi giorni si sta attendendo di conoscere, con grande rispetto, la decisione che il Tar assumerà sul calendario al fine di operare le scelte che ci consentiranno di far partire la caccia, senza incertezze, a partire dal prossimo due ottobre.
Sappiamo che l’Ispra e il comitato Via sono organi consultivi che, come accade tutti gli anni, formulano normali indirizzi e prescrizioni sul calendario. Parte del territorio abruzzese è protetto integralmente e rappresenta una grandissima risorsa per tutti, da custodire con attenzione. Non percepisco l’attività venatoria in contrapposizione con le istanze di tutela, anzi nel tempo il mondo venatorio si è dimostrato sensibile e attento nei confronti di esse. In Abruzzo, grazie al rapporto costruttivo che si è instaurato con i Parchi, le Università e il modo venatorio sono stati adottati protocolli di intesa a tutela dell’orso anche in zone esterne alle aree protette e sta per essere avviata la sperimentazione di tecniche di caccia con il cane che non recano disturbo all’orso.
Grande impegno si sta mettendo anche nel completamento del nuovo piano faunistico venatorio ed è stata già chiesta la calendarizzazione in commissione in attesa, a giorni, dell’ulteriore lavoro di Ispra. Anche su questo indispensabile strumento si rende necessario contemperare, nel modo migliore, le diverse posizioni, considerato che non giova ad alcuno farne slittare l’adozione”.