Un piano che sta facendo parlare parecchio, non solo all’interno dei confini regionali. La Provincia di Teramo ha approvato due giorni fa, sabato 19 marzo 2016, il contenimento delle volpi nella zona dell’Abruzzo, dopo aver constatato che gli animali superano i limiti desiderati di oltre nove volte. A parlarne è anche Il Sole 24 Ore e la questione è stata approfondita in ogni dettaglio. Il quotidiano della Confindustria ha usato ironicamente il termine “Teramoshire” per paragonare la provincia allo Yorkshire, l’antica contea inglese in cui la caccia alla volpe è una tradizione consolidata e secolare.
Il piano prevede l’abbattimento delle volpi fino al prossimo 10 aprile, utilizzando delle modalità che sono state previste dallo stesso ente locale. La gestione dell’intero programma verrà affidata agli Ambiti Territoriali di Caccia di Vomano e Salinello (al centro di altri dibattiti per la polemica contro la Regione): per approntarlo si è deciso di prendere spunto dall’ultimo censimento della specie. Nel dettaglio, la densità media della volpe per gli istituti del Salinello è arrivata a quota 5 volpi ogni otto chilometri quadrati, il che vuol dire che ci sono 1,8 esemplari ogni chilometri quadrato e un massimo di 9,4 volpi.
I numeri sono stati definiti preoccupanti ed eccessivamente elevati e lo stesso discorso è stato fatto anche dagli istituti del Vomano. Quali sono gli obiettivi da raggiungere con il piano del teramano? Gli ATC hanno intenzione di ridurre questa densità e di mantenerla a quota una volpe per chilometro quadrato, così da avere uno scenario da affrontare senza eccessivi problemi. Le Guardie Faunistiche volontarie collaboreranno in questo caso insieme alle Guardie Ecologiche e non mancherà nemmeno la Polizia Provinciale, corpo a rischio eliminazione ma a cui è stata affidata la supervisione del piano: tutti avranno la possibilità di cacciare la volpe tramite la tecnica della girata e sfruttando al massimo tre cani per ogni squadra.
Tra l’altro, non bisogna dimenticare che la densità complessiva che è stata calcolata per quel che riguarda tutte le riserve della provincia in questione è vicina ai 360 animali. Nelle Zone di Ripopolamento e Cattura e nelle aree cinofile del Vomano si tratta di 400 esemplari di volpe. Il piano è stato motivato anche e soprattutto dai danni provocati dalle volpi al settore agricolo (non solo gli altri animali sbranati) e agli allevatori. Gli abbattimenti avranno una durata di tre settimane e proseguiranno fino al dicembre del 2019. Gli animalisti e gli ambientalisti sono già sul piede di guerra e si attendono reazioni e proteste, dunque non mancheranno gli aggiornamenti della vicenda.