La Provincia di Sondrio ha deciso di limitare al controllo selettivo la gestione del cinghiale nel territorio di propria competenza. Le regole stanno quindi per cambiare e non si farà più affidamento sui cacciatori e i loro abbattimenti, come avvenuto nelle ultime stagioni venatorie. L’ente locale lo ha precisato con una nota dettagliata, nella quale è stato ricordato l’articolo 41 della Legge Regionale 26 del 1993 come punto di riferimento normativo per quel che riguarda questa attività.
Il controllo selettivo è differente dalla caccia e si caratterizza per l’impiego di personale formato e abilitato. Secondo la Provincia lombarda il controllo stesso ha permesso di frenare l’aumento dei cinghiali, diminuendone la presenza in diverse zone. Il personale ha operato insieme ai cacciatori di ungulati a titolo sperimentale e ora si è capito che c’è un unico sistema da adottare per raggiungere l’obiettivo.
Tra l’altro, è stato sottolineato come l’autorizzazione concessa negli anni ai cacciatori per gli abbattimenti non sia solida dal punto di vista normativo, senza dimenticare i risultati poco significativi che sarebbero stati ottenuti. Il Comitato Caccia di Chiavenna non si è mostrato stupito per la scelta, nota da tempo e comunicata ai cacciatori, oltre al fatto che in altre province lo stop agli abbattimenti è stato sancito dopo la valutazione di aspetti giuridici non del tutto chiari.