La Provincia di Sondrio ha appena approvato il piano pluriennale di controllo del cinghiale che rimarrà in vigore fino al 2023. I contenuti sono identici a quelli del provvedimento precedente e l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha già dato il suo parere positivo. Lo stesso ente ha apprezzato la chiarezza della relazione, un dettaglio che dovrebbe far riflettere animalisti e ambientalisti prima di contestare il prelievo degli ungulati.
Come ha spiegato Elilo Moretti, presidente della provincia lombarda: “Per rendere ancora più incisiva l’azione di contrasto ai cinghiali, in linea anche con l’obiettivo regionale dell’azzeramento del rischio di impatti (l’intero territorio provinciale è riconosciuto come area “non idonea”, ovvero in cui la presenza della specie non è ammessa) sono state approvate le nuove “Disposizioni operative per il controllo della fauna selvatica e inselvatichita, delle forme domestiche di specie selvatiche e delle forme inselvatichite di specie domestiche” alle quali devono attenersi tutti i soggetti coinvolti nel controllo”.
Gli operatori autorizzati a intervenire devo aumentare a tutti i costi e quindi l’ente locale sta approntando un corso di formazione per far seguire le lezioni alle future figure qualificate. Il corso in questione, comunque, non rappresenta un’abilitazione per la caccia al cinghiale: si svolgerà nel prossimo mese di maggio.