Linee guida inadeguate
Battista Ghisu, amministratore straordinario della Provincia di Oristano ha inviato una nota all’assessore della Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna, Rosanna Laconi. Questo il testo: “Nei giorni scorsi”, scrive Ghisu rivolgendosi all’assessora Laconi, “si è tenuto presso la sala consiglio dell’amministrazione provinciale un incontro, sollecitato dalle associazioni di categoria del settore pesca, per discutere del censimento dei cormorani e di altre problematiche dei compendi ittici. All’incontro convocato dal sottoscritto, oltre a Legacoop, Confcooperative, Unicoop e Uecoop, tutte del settore pesca di Oristano, erano presenti i rappresentanti del Consorzio Pontis di Cabras, Consorzio Marceddi, Coop pescatori Santa Giusta Coop pescatori S’Ena Arrubia, Coop Mistras e Coop Is Benas. Hanno partecipato anche la responsabile settore pesca e il dirigente del settore ambiente della Provincia. Le associazioni di categoria e i pescatori hanno lamentato e contestato l’inadeguatezza delle linee guida relative al censimento dei cormorani in atto da parte della nostra amministrazione provinciale perché il censimento, cosi come articolato nell’allegato 1 della Delibera 63/22, non consente di determinare i numeri reali delle presenze di cormorani nelle nostre lagune in concessione ai pescatori e non consente, di conseguenza, di stimare il danno economico reale subito dagli operatori del settore”.
Rilevamenti e censimenti
“Le attuali linee guida, di cui alla delibera della Giunta Regionale n. 63/22 del 15 dicembre 2015, sono prossime alla scadenza e appare quanto mai necessario considerarne una rivisitazione che consenta di superare questa criticità. Rispetto alla cadenza bimensile e ai cinque rilevamenti delle giornate indicate dal censimento”, aggiunge l’amministratore straordinario della Provincia di Oristano, “i pescatori chiedono, da subito, l’aumento delle giornate di monitoraggio, una diversa articolazione degli orari di rilevamento e, in particolare, la correzione del calcolo previsto per la media mensile dei cormorani censiti in attività di pesca, perché l’attuale sistema, produce una errata valutazione sul numero esatto dei cormorani in attività di pesca e non determina affatto la stima dei danni fortemente contestata. Le associazioni di categoria e i pescatori hanno sottolineato che i piani di dissuasione si sono rivelati inefficaci perché la presenza dei cormorani è, almeno, il doppio o il triplo di quelli censiti nelle nostre lagune, che rappresentano il 50% di quelle sarde. Tra le segnalazioni, risalta la perdita della forza lavoro, in costante diminuzione a seguito dei danni prodotti dalla fauna ittiofaga che si nutre con un quantitativo di pesce ben oltre le medie stimate: nei periodi fuori dagli esigui abbattimenti, i cormorani, sino al mese di aprile prima della ripresa della migrazione, sono ancora più voraci con conseguenti maggiori danni al sistema economico delle lagune, che consente a 500 famiglie di sopravvivere. Solo per fare un esempio, il Consorzio Pontis ha segnalato che i danni allo stagno di Cabras dovuti all’attività predatoria dei cormorani supera i 2 milioni di euro e la manodopera è scesa da 350/400 a circa 120 unità e questo vale anche per tutti gli altri sistemi produttivi lagunari”.
Pulizia dei fondali
“Nel dibattito”, prosegue Battista Ghisu, “è stato anche segnalato che le manutenzioni idrauliche dovrebbero essere garantite dalla Regione, proprietaria delle lagune, per salvaguardare gli ambienti lagunari di per sé fragili e messi in forte criticità da interrimenti, dal mancato ricambio di acqua, dalla mancata pulizia di fondali e canali e dal cambiamento climatico, fattori che stanno ulteriormente aggravando il danno a tutto il sistema economico con morie continue di pesce. Alla luce di tutto ciò, considerato che Lei ha assunto da pochi mesi l’incarico di assessora regionale alla Difesa dell’Ambiente e confidando nella sua sensibilità, Le chiedo la disponibilità a discutere con le associazioni di categoria, i pescatori e la IV Commissione Regionale, le diverse problematiche che Le ho rappresentato. Sono convinto che una vera stima dei cormorani e dei conseguenti danni alle lagune, porterebbe la stessa Regione a individuare ulteriori poste in bilancio. Credo che accertare la realtà e i veri problemi del settore sia nell’interesse di tutti. Un nuovo, positivo, approccio alla problematica certamente consentirebbe una crescita del mondo delle produzioni ittiche e di tutte le comunità di pescatori della Sardegna, con la conseguente salvaguardia degli ambienti lagunari unici e patrimonio della nostra terra”.