Sono passati sei anni dalle ultime catture e ora la Provincia di Biella sta pensando seriamente di ripetere l’attività per quel che riguarda le nutrie. I roditori sono numerosi soprattutto nella zona del Basso Biellese, anche se gli avvistamenti e le segnalazioni non mancano in tutto il territorio provinciale. I danni alle colture sono nuovamente un dato di fatto: i precedenti relativi alle catture risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2011, l’ente locale ha quindi approntato un nuovo piano per l’eradicazione della specie.
In base a quanto stabilito dall’ISPRA, nella provincia piemontese l’indice di gravità è pari a 5 (il massimo è 10), nonostante manchi un vero e proprio censimento. In qualche zona le nutrie sono sparite grazie al dispiegamento di gabbie, inoltre negli ultimi due anni non ci sono state segnalazioni per quel che concerne l’area del Lago di Viverone. In pianura, invece, le cose vanno peggio. Questo significa che il problema non è stato risolto al 100%.
Negli ultimi anni ci sono state difficoltà operative a causa dell’assenza di volontari per il controllo delle nutrie, ma la situazione attuale sconsiglia qualsiasi tipo di interruzione. Oltre al personale della provincia e alle guardie forestali, vengono coinvolti gli agricoltori con la licenza di caccia: in caso di avvistamento in città, bisognerà usare esclusivamente le gabbie e le trappole per tutelare la sicurezza pubblica.