Gli addetti della Provincia di Belluno che finora si sono occupati di caccia e pesca hanno lanciato l’allarme. Secondo quanto stabilito dal Collegato alla Finanziaria del 2017 queste stesse deleghe dovrebbero tornare alla Regione Veneto. La Provincia sarebbe quindi costretta a rinunciare anche a turismo, protezione civile e lavoro, con il conseguente ridimensionamento del personale, il quale conta per ora circa 200 dipendenti.
Il trasferimento della caccia è stato definito “incomprensibile” da Leandro Grones, primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana. Grones è anche presidente del distretto venatorio agordino e numero uno della conferenza dei distretti bellunesi, quindi rappresenta ben 4mila cacciatori. Il rifiuto del passaggio di consegne è motivato col fatto che finora la caccia è stata sempre gestita bene e non sarebbe utile far decidere a Venezia gli aspetti della fauna alpina.
Alberto Colleselli, presidente della sezione provinciale della Federazione Italiana della Caccia ha invece sottolineato come la legge del Veneto preveda che l’attività venatoria alpina sia gestita direttamente dalle province. La caccia del Bellunese è una materia molto particolare e complessa, dunque sono necessarie conoscenze specifiche e attente. Anche il distretto della pesca ha espresso le stesse preoccupazioni.