Limitare la diffusione delle armi che, talvolta, finiscono nelle mani di soggetti forse troppo inclini alla tentazione di cedere alla “difesa fai da te”. L’ondata emotiva generata dall’omicidio di Voghera e i riflessi politici che si sono accesi dopo il caso dell’assessore Massimo Adriatici che ha sparato, uccidendolo, al 39enne di origini marocchine Youns el Boussettaoui, non ha lasciato indifferente il Pd. Walter Verini, deputato e componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, rilancia oggi una proposta di legge presentata nel 2018 (sottoscritta da 29 deputati dem e firmata anche da parlamentari di M5s, Leu e Italia Viva), per rivedere e correggere le norme attualmente in vigore per il rilascio del porto d’armi.
La legge per limitare la vendita di armi e controllare il rilascio delle licenze “È una proposta che presentammo diverso tempo fa – conferma Verini – che ha lo scopo di rendere più stringenti i controlli per la diffusione delle armi per uso privato”. Dalla riforma “sono escluse naturalmente le attività venatorie e sportive, ma si rafforzano gli obblighi per informare in tempo reale familiari, ex familiari, conviventi, ex conviventi di chi si reca a acquistare, per esempio, una pistola”. Inoltre “si rafforzano, intensificano e qualificano visite collegiali per attestare la piena psico idoneità. Insomma la pdl vuole essere un contributo per far circolare molte meno armi. Con un’arma in mano, anche liti familiari, condominiali o per la strada possono degenerare in tragedia. Ci sono Paesi, come gli Usa, dove la situazione è drammatica.
In Italia dobbiamo intervenire e prevenire degenerazioni pesanti della ‘giustizia privata’ e della convivenza civile. Più armi ci sono, meno sicurezza c’è”, è la filosofia che sorregge l’impianto della proposta di legge. Nella premessa della legge, depositata come detto nel 2018, è contenuta una considerazione che rimanda all’attualità: “La cronaca – scrive Verini – purtroppo ci riporta sempre, brutalmente, a una consapevolezza già da tempo radicata: servono regole stringenti per evitare una diffusione incontrollata delle armi nel nostro Paese. Le tragedie a cui siamo costretti ad assistere testimoniano di come troppo spesso le armi si trovino in mani sbagliate, o che sbagliate, magari, lo siano diventate nel tempo”. “Negli anni si è cercato di far passare e legittimare l’implicito messaggio imperniato sulla ‘difesa privata’ – spiega il deputato – quasi incentivando i cittadini a farsi giustizia da sé, acquistando e utilizzando armi sulla scia dell’esperienza di altri Paesi nei quali la diffusione delle armi ha rappresentato, oltre che un mercato, anche distorsioni dello stesso e un intreccio affaristico con la politica”.
Quali sono gli obiettivi della legge? “È necessario rendere più stringenti i controlli per il rilascio delle licenze di porto di armi per i privati e rendere effettive e permanenti le verifiche sull’integrità psicofisica e comportamentale di chi è in possesso di armi”, accertamenti che vanno affidati a un collegio di tre medici delle Asl, dei quali uno specializzato in neurologia o psichiatria per disporre il rilascio o la revoca della licenza. “È necessario verificare che ogni arma sia regolarmente denunciata da chi ne conosce l’esistenza in casa – è scritto ancora nella proposta Pd – nonché potenziarne il sistema di tracciamento e di controllo. Non può essere evidentemente sufficiente, ad esempio, avere ‘ereditato’ un’arma da un parente che la deteneva per lavoro o comunque in modo regolare”.
La proposta prevede, poi, “forme di monitoraggio e controllo della vendita e detenzione delle armi: l’obbligo di comunicazione delle compravendite di armi all’ufficio di pubblica sicurezza è rafforzato prevedendone l’esecuzione contestuale e non mensile, com’è invece attualmente disposto”. La proposta di legge attribuisce al ministero dell’Interno il compito di predisporre “delle linee guida in materia di formazione del personale, necessaria alla gestione delle banche dati, nell’ambito del sistema informatico dedicato alla tracciabilità delle armi e delle munizioni, istituito presso il dipartimento della Pubblica Sicurezza” del Viminale (Today.it).