Cani da caccia: Se ne discute da tempo, ma una regola ferrea non esiste: tutto dipende dal carattere della muta e dai soggetti che ne fanno parte.
E’ il dubbio di molti canettieri quando, giovani e ancora inesperti si trovano a dover creare la prima vera muta, team di caccia a tutti gli effetti. La tradizione parla chiaro: il segreto per una buona muta è il numero ridotto di cani che ne fanno parte, ma non solo. C’è chi giura che per far dare il massimo al team il segreto sia quello di non cambiare mai il canettiere: in questo modo i cani non vivranno alcuna confusione, saranno molto più tranquilli e potranno dunque offrire un rendimento davvero eccezionale.
Altra regola che i canettieri più esperti ricordano di frequente è quella relativa all’armonia interna alla muta, che è bene non rompere mai. Per farlo potrebbe essere sufficiente introdurre un nuovo cane, mentre difficilmente l’affiatamento del gruppo potrà essere rotto per la scomparsa di un elemento. D’altronde la squadra che vince non si dovrebbe cambiare mai.
Sul numero di soggetti che devono far parte della muta c’è meno sicurezza e armonia: alcuni sono convinti che il quattro cani siano più che sufficienti, altri cacciano benissimo in compagnia di almeno 6 soggetti. Fin qui la teoria, ma nella realtà le cose possono andare piuttosto diversamente e i cambi, le integrazioni e addirittura le fusioni di interi gruppi potrebbero dimostrarsi necessarie. Non è rara la necessità, proprio durante il periodo di caccia o durante quello agonistico, di dover cambiare per un motivo o per un altro un cane della muta: far maturare un cucciolone, o rifinire un cane già avviato sono i motivi che più spesso ricorrono. In alcuni casi si è addirittura costretti a fondere due mute differenti per crearne una molto più grande. Impossibile? Sì, in alcuni casi si tratta di fantacinofilia ma in altri queste sostituzioni e queste fusioni hanno apportato benefici alla muta. Tutto dipende da un solo elemento, che spesso viene sottovalutato: il carattere dei cani e le tendenze di razza.
Quelli che meglio si adattano ai cambiamenti sono cani che possiedono uno spiccato senso della muta, presentano una notevole manegevolezza, una voce piuttosto udibile e un’andatura di caccia in grado di favorire l’interazione con gli altri cani. Scegliere la razza giusta durante la costituzione della propria muta potrebbe dunque rivelarsi un’idea piuttosto azzeccata: non è un caso che fra le più consigliate vi sia l’ariegeois, per quanto niente abbia da invidiare il segugio dell’Appennino.
A prescindere dal numero di soggetti che si sceglierà di inserire, costituita la propria muta, sarà davvero importante lavorare sulla correttezza dei propri cani. A lavoro concluso il canettiere che sarà stato in grado di portar a termine un buon addestramento, potrà, una volta effettuato l’incontro fra selvatico e muta, abbandonare il suo ruolo e occupare la propria posta: i cani ben addestrati sapranno svolgere in totale autonomia il proprio lavoro, dimostrando risolutezza, sicurezza ed eccellenti capacità.