In particolare riteniamo che i cittadini e le imprese italiane non debbano essere discriminati attraverso l’imposizione di norme più restrittive di quelle contenute nella direttiva e attuate negli altri Paesi dell’Unione o inutilmente complicate, per esempio con riferimento alla definizione di munizione, al limite di colpi dei caricatori, all’acquisto delle armi tramite contratto a distanza, alle limitazioni del numero di cartucce acquistate, ai calibri detenibili, alla detenzione delle armi sportive.
Anche la prevista informativa ai familiari conviventi per il conseguimento della licenza di porto d’armi o l’acquisto di un’arma, l’eccessiva discrezionalità rilasciata agli organi di PS relativamente alle misure di custodia e una maggiore chiarezza relativamente al rilascio dei necessari certificati sanitari, sono aspetti del decreto che saranno seguiti con attenzione. Inoltre, l’attuazione delle norme dell’Unione europea deve essere condotta con appropriatezza e buon senso, prevedendo per esempio che anche le armi la cui detenzione è riservata ai tiratori sportivi possano essere collezionate, stabilendo una corretta regolamentazione delle armi detenute in collezione, e operando delle semplificazioni che non riducano il livello di sicurezza ma si traducano in minori adempimenti e costi per Amministrazioni, cittadini e imprese.
Siamo certi che le istanze degli utilizzatori e degli operatori economici e sportivi verranno correttamente prese in considerazione dagli organi parlamentari, che non verranno meno al loro ruolo di garanzia dei cittadini.