In queste ultime ore si sta parlando del presunto calo dei preti cacciatori nel corso degli ultimi tre anni: secondo quanto riferito dall’associazione animalista AIDAA, infatti, dalla stagione 2014-2015 si sarebbe passati da 200 a meno di 40 sacerdoti che hanno rinnovato la licenza di caccia. In attesa di una conferma dei numeri, c’è un prete cacciatore che ha un’idea ben precisa degli stessi animalisti. Si tratta di don Dario Sittoni, parrocco 85enne della Valle dei Mocheni, una delle vallate che si trova in provincia di Trento.
Nel corso di una messa, infatti, don Sittoni ha parlato a una quarantina di cacciatori a Virago, invitando a perdonare gli animalisti. Il prete è cacciatore da ben 60 anni, una passione nata ancora prima di diventare sacerdote: è stato già costretto a fare i conti con un blitz animalista contro di lui e l’attività venatoria, oltre a una protesta contro la messa di Sant’Uberto organizzata dai cacciatori in duomo. Dopo aver ricordato l’età che avanza, don Sittoni ha sottolineato come gli animalisti siano persone da perdonare, in quanto non sanno quello che dicono e vivono in un contesto diverso da quello dei cacciatori.
Inoltre, hanno perso il buon senso se continuano a mettere sullo stesso piano un capriolo e un coniglio domestico. Secondo il parroco, la natura è in una situazione di debolezza, ma il problema non sarà risolto né dai cacciatori né dagli animalisti. Toccante, infine, è stata l’ultima citazione nel corso della messa: “La caccia anticamente veniva chiamata arte nobile, con buona pace degli animalisti, ma dipende da noi essere nobili e rispettosi”.
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