Dal 1997, inoltre, la cattura, l’uccisione e la commercializzazione sono vietate. In territorio ligure, però, sono state registrate sempre più aggressioni da parte dei lupi ai danni del bestiame degli allevatori, un fenomeno che si vuole arginare a tutti i costi. Ecco perché Mai ha fatto riferimento al numero eccessivo di questi animali e al fatto che la Regione non abbia i soldi necessari per risarcire gli stessi allevatori per i danni subiti a causa dei capi sbranati. Le cifre sono presto dette: nel corso del 2014, infatti, in tutta la Liguria sono stati avvistati 50 lupi, mentre nel 2015 il totale è aumentato in maniera incontrollata.
L’assessore ha parlato di un incremento di circa 3-4 volte, un cambiamento che fa prefigurare la riapertura della caccia a questi esemplari come soluzione possibile e praticabile. La questione è conosciuta dal Ministero dell’Ambiente da almeno sette mesi e la Liguria non è l’unica regione con questo tipo di problema. Tra le altre cose, per attuare il piano di conservazione e gestione del lupo non sono sufficienti le risorse economiche attuali, Mai è convinto che dovrebbe intervenire lo Stato con i ministeri competenti.
Le associazioni dei Verdi ritengono che una proposta del genere sia la testimonianza dell’assenza di idee progettuali da parte della giunta regionale. Per gli esponenti animalisti è grave che non si quantifichino con esattezza i lupi liguri e l’affermazione secondo cui il censimento effettuato qualche anno fa sia stato incompleto. La controproposta consiste in un tavolo tecnico che coinvolga autorità, agricoltori e associazioni per discutere della sovrabbondanza, mettendo da parte la caccia come mezzo per la risoluzione di un problema fin troppo complesso.