La caccia alla lepre italica è una pratica venatoria dura e difficile. Viene spesso paragonata ad altre forme di caccia in termini di carniere ed è considerata avara di soddisfazioni. Però se interpretata correttamente è un’arte.
La Lepre Italica appartiene alla classe dei mammiferi, al superordine dei Gliri ed all’ordine dei Lagomorfi o Duplicidentati, ossia presentano superiormente un secondo paio di incisivi, più piccoli e rettilinei, addossati al lato linguale degli incisivi principali. La Famiglia a cui appartengono è quella dei Leporidi, del Genere Lepus e della specie Lepus corsicanus.
I caratteri distintivi sono :
– Lunghezza testa-corpo: 44,1-54,4 cm
– Orecchio: 9-10 cm
– Piede posteriore: 11,6-13,5 cm
– Coda: 7,3-10,1 cm
– Peso: 1,9-3,8 Kg
La Lepre Italica è molto simile alla Lepre europea, ma ha forme più slanciate avendo una lunghezza testa-corpo, coda, piede posteriore e orecchie proporzionalmente maggiori ed un peso degli adulti di circa 800 g di meno in confronto alla “cugina” europea. La Lepre Italica denota un migliore adattamento di questa specie all’ambiente mediterraneo e non presenta dimorfismo sessuale.
I colori sono le sue caratteristiche estetiche più interessanti, come la colorazione della coscia e del groppone bruno-ocra-rossiccia, la colorazione grigia della porzione basale del pelo centrodorsale (tra le scapole) negli adulti, la colorazione grigio-nerastra della nuca e della parte dorsale del collo e la separazione netta tra la colorazione bianca del ventre e la colorazione dei fianchi.
La distribuzione della Lepre italica comprendeva, anticamente, la Corsica, dove la specie fu stata introdotta, probabilmente dai Pisani, l’Isola d’Elba, la Sicilia e le regioni centrali e meridionali dell’Italia. Attualmente la specie è presente in Corsica, in Sicilia dove ci sono popolazioni stabili, e nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, ma con piccole popolazioni isolate e rarefatte La Lepre Italica è praticamente scomparsa dall’Isola d’Elba.
Gli ambienti dove vive la Lepre Italica sono contraddistinti dalla presenza di formazioni boschive di latifoglie con radure, anche coltivate a cereali, vigneti, oliveti e mandorleti, aree cespugliate, macchia mediterranea, gariga e pascoli. In Sicilia è riuscita ad occupare una più rilevante varietà di ambienti. La dieta è molto differenziata, anche se si basa primariamente su Graminacee, Leguminose e Composite. In inverno, considerato la riduzione del cibo sopra elencato, la Lepre Italica aumenta il consumo di gemme e cortecce.
La Lepre italica si riproduce durante tutte le stagioni, anche se è stata rilevata una concentrazione delle nascite nel periodo primaverile, mentre quest’ultima in estate ed in inverno tende a diminuire drasticamente. Ogni figliata ha una media di 1,6 leprotti ed il numero medio dei parti è di 2,7 l’anno.
La densità della specie sul territorio è molto bassa ed è in genere di pochi capi per 100 ettari, soprattutto nelle aree ove si pratica l’attività venatoria. In alcune aree protette si sono registrate densità massime di 20-25 esemplari per 100 ettari.
La specie sembra osservare un comportamento piuttosto pigro e frequenta le aree di pastura solo dopo il tramonto. Dopo essersi rifocillata, stabilisce successivamente i covi diurni, i quali possono essere individuati nel folto della vegetazione e nel bosco. Se scovata questa lepre difficilmente esce allo scoperto e preferisce sottrarsi al pericolo usando l’astuzia : può rimettersi al covo dopo una breve fuga. La Lepre italica è molto agile e può compiere lunghissimi balzi sopra la vegetazione erbacea. Durante la notte, rimane spesso in posizione eretta sulle zampe posteriori.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la specie ha subito un drastico ridimensionamento in relazione al numero degli esemplari, soprattutto nella Penisola, dove attualmente la sua presenza è piuttosto frammentata e ridotta. Le popolazioni residue sono concentrate nelle aree protette ed in alcune aziende faunistico-venatorie. L’unica area dove la Lepre Italica sembra vivere senza subire la minaccia dell’estinzione è la Sicilia, dove si rileva una condizione relativamente migliore.
Venendo alle tecniche di caccia, per la quale è importante ricordare che alcune ordinanze impongono l’uso di fucili caricati con munizioni spezzate; inoltre il numero di cani non può superare due se in coppia, quattro se in comitiva di cacciatori.
La prima e la più diffusa è quella con l’utilizzo dei cani. La caccia alla lepre si può svolgere sia in gruppo di 3-4 persone, oppure da soli od in coppia. Ovviamente cacciando da soli non si dispongono le poste, mentre se si caccia in gruppo, generalmente si stabilisce chi porterà i cani, cioè il conduttore, e chi invece farà la posta. La caccia varia comunque moltissimo in base alle tradizioni, alla densità di cacciatori ed al tipo di territorio. Generalmente le poste alla lepre non sono di eccessiva durata e sono “mobili”, anche se vengono disposte dove si è sicuri che la lepre passi di lì, aumentando così la possibilità di effettuare un tiro sicuro.
Per quanto riguarda la caccia da soli, questa è meglio farla per praticità e anche perché in alcuni ATC (ambiti territoriali di caccia) è la legge ad imporlo con uno o due cani. Anche in solitaria ha il suo fascino, poiché rappresenta la caccia più intima, per la quale è necessario capire ed anticipare le astuzie della lepre, affidandosi al proprio intuito ed ai propri sensi, oltre che soprattutto al proprio cane. In tutti i casi, la prima variabile da tenere in considerazione è il territorio, oltre alla densità di lepri e l’esperienza del cacciatore. Stabiliti e riconosciuti questi, si parte con la caccia, la quale si esegue con in cani da seguita. Il Bracco italiano è la razza che più si adatta e da soddisfazione alla caccia alla Lepre Italica, anche se in un precedente articolo abbiamo presentato una razza di cani delle isole Baleari, il Podenco Ibicenco, il quale viene considerato il “Re” della caccia alla lepre. Sarebbe interessante valutarlo sul nostro territorio.
Generalmente il compito del cane è quello di trovare le tracce olfattive della lepre, attraverso le quali risalire al suo nascondiglio e stanarla costringendola ad uscire allo scoperto, spingendola verso il cacciatore. Un’altra modalità di caccia alla lepre, è quella con l’utilizzo del falco. Questo animale, volando a molti metri di altezza dal suolo ed avendo una vostra acutissima, riesce a controllare meglio il territorio e, una volta individuata la preda, scende in picchiata ad una velocità elevata. Giunto a pochi metri dalla Lepre, il falco apre le ali per diminuire la velocità e stende gli artigli in avanti per afferrare la preda. L’suo del falco comporta il non utilizzo del fucile, poiché sarà questo splendido animale a portarvi la lepre appoggiandosi sul vostro avambraccio.