Paolo Viezzi, presidente regionale della Federcaccia del Friuli Venezia Giulia, ha parlato dell’esame della Legge 28 del 2017 da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’analisi è avvenuta ieri, mercoledì 13 settembre 2017, e alla regione settentrionale sono stati chiesti chiarimenti su 4 disposizioni. Questo vuol dire che moltissime norme della legge regionale sulla caccia sono state giudicate legittime dal punto di vista costituzionale.
Secondo Viezzi sono importantissime per il mondo venatorio, visto che si sta parlando, tra le altre, della libertà di immissione del fagiano adulto senza limiti di numero e con ampia possibilità di prelievo, della caccia col segugio nelle riserve (anche a ridosso delle aree protette) e dell’allenamento dei seguigi anche sul capriolo. Per il Governo Gentiloni, poi, si può esercitare l’attività venatoria tradizionale in zona alpina e anche nei terreni ricoperti dalla neve, usare i fucili ad anima liscia con tre colpi e devolvere i corsi per l’esame di abilitazione alla caccia alle associazioni.
Le norme da chiarire hanno invece a che fare con l’abbattimento dei capi feriti e che sono stati trovati a margine della strada, la caccia di selezione al cinghiale fino a 4 ore dopo il tramonto, l’abrogazione del divieto di abbattimento dei colombacci oltre il quinto esemplare e l’obbligo di tenere il fucile scarico e in custodia prima dell’inizio dell’attività. In estrema sintesi, la legge friulana sta superando brillantemente il vaglio di legittimità costituzionale.