“Suona strano che i promotori del progetto ‘Risorse naturali d’Abruzzo’ siano gli stessi che hanno un trascorso tra le fila dei Verdi, a sostegno delle associazioni ambientaliste”. A dirlo è Dino Rossi, cacciatore e allevatore, a capo della squadra Monte Cappucciata di Carpineto della Nora (Pescara). Il riferimento è al progetto di filiera nato con l’obiettivo di contribuire alla riduzione dei cinghiali, ma anche a creare una catena controllata e certificata per immettere nel mercato carne di qualità e tracciabile per il consumatore.
“Da questo progetto – ironizza Rossi – sembra che anche i Verdi si siano accorti dell’importanza dei cacciatori nella salvaguardia dell’agricoltura. Cosa di cui invece non si è accorta la Regione che sta per approvare in Consiglio il nuovo piano faunistico che danneggia fortemente l’agricoltura e penalizza noi cacciatori”. Rossi è il primo promotore, per il prossimo 7 marzo, al Grand Hotel Adriatico a Montesilvano (Pescara), di un mega incontro con circa 1.000 cacciatori provenienti da tutta la regione. Durante la giornata verrà illustrato nei dettagli questo “assurdo piano faunistico regionale, costato 130 mila euro. Fondi per un programma che non solo crea malumore tra i cacciatori, che sono i primi attori del controllo della fauna selvatica, ma soprattutto aumenta la distruzione dei campi agricoli e della zootecnia.
Il piano è stato redatto dall’Ispra, un ente pubblico che è un vero carrozzone politico, che è anche lo stesso che introduce le restrizioni sulle zone vocate alla caccia”. Secondo Rossi nel nuovo piano sono state notevolmente diminuite le zone destinate alla caccia. “Il piano che sta per essere approvato dal Consiglio regionale suddivide la regione in due grandi aree, colorando di giallo le zone dove il cinghiale deve essere eradicato, senza tenere conto che all’interno di queste ci sono oasi, riserve e aree di ripopolamento dove la caccia è vietata. A suo tempo inoltre si è pensato di combattere i cinghiali all’interno delle zone protette utilizzando i lupi. Il risultato è che i cinghiali oggi sono più aggressivi e distruggono i campi e i lupi invece distruggono le aziende”. “L’incontro del 7 marzo, a cui parteciperanno anche tantissimi agricoltori – conclude Rossi – vuole davvero essere un momento di confronto su un piano che non fa altro che favorire il proliferare dei cinghiali e di conseguenza danneggia l’agricoltura della regione” (Virtù Quotidiane).