“I cacciatori della provincia commissariata del Sud Sardegna sono sul piede di guerra. Chiediamo all’ente intermedio ed alle Associazioni venatorie che la gestione delle risorse faunistiche ed ambientali venga gestita e programmata nei modi di legge. Siamo al completo abbandono delle risorse faunistiche e nessun intervento di valorizzazione è previsto per il territorio e per gli habitat naturali”. I fatti. “Da tempo è decaduto il Comitato Provinciale Faunistico.
La gestione del settore viene lasciata agli operatori dell’Ufficio caccia della Provincia che, in assenza di Piano Regionale Faunistico, agiscono senza linee guida e senza relazionare l’operato”. Ed è per questo che l’alleanza composta da Associazione Nazionale Libera Caccia – Unione Cacciatori Sardegna – Caccia Pesca e Tradizioni Sardegna, in assenza della nomina del nuovo Comitato Provinciale Faunistico, organo di tutela ai sensi di legge, ricorrerà nelle sedi opportune per invalidare ogni atto del Comitato Regionale Faunistico. “L’abbandono a sè stesse delle Zone di Ripopolamento e Cattura e delle Oasi di Protezione, delle quali non viene più curata la regolare tabellazione, induce in errore chi effettua l’attività venatoria – dicono i rappresentanti delle associazioni.
In mancanza dei pareri del Comitato Provinciale Faunistico, si naviga a vista, con scelte che a volte contrastano con la normativa”. E’ appena il caso di ricordare l’ampliamento della Zona Territoriale di Ripopolamento e Cattura di “Grugua” – in agro dei comuni di Buggerru e Fluminimaggiore – disposto irregolarmente, in quanto non rispetta i limiti di distanza di mille metri imposti dalla normativa in materia, con una limitrofa zona di caccia autogestita. “C’è di più. La tabellazione della modifica dei confini è stata eseguita nei primi di dicembre 2019, in piena stagione di caccia al cinghiale, generando incertezze e malumori tra le decine di Compagnie locali di caccia”, dicono i cacciatori.