Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha accolto il ricorso di un cacciatore residente a Terni a cui era stata sospesa la licenza dalla Questura. In poche parole i giudici del TAR hanno chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi in merito, dunque la revoca è stata di fatto “congelata”. Lo steso era avvenuto nel caso di due cacciatori toscani che si erano visti negare il rinnovo dalla Questura di Grosseto. Cosa è successo di preciso?
L’uomo è stato condannato diversi anni fa per un reato penale, salvo poi essere riabilitato. Secondo il suo legale, però, reati come il furto oppure il tentato furto portano alla mancata concessione del porto d’armi anche a distanza di parecchio tempo. Lo stesso avvocato ritiene che una norma di questo tipo sia incostituzionale. Di conseguenza la Consulta dovrà esprimersi e si avrà un quadro più chiaro. Nell’ipotesi di una sentenza favorevole tutti i cacciatori e i possessori di armi che vivono in Umbria e che hanno dei precedenti potrebbero sperare.
L’obiettivo è come sempre quello di capire se il cacciatore o detentore di una qualsiasi arma sia pericoloso dopo un reato lontano nel tempo e una riabilitazione certificata. Fino a questa sentenza del TAR Umbria i giudici amministrativi avevano sempre rigettato i ricorsi, quindi si intravede un piccolo spiraglio.