La Corte Costituzionale ha deciso di bocciare la legge sul disturbo venatorio approvata un anno e mezzo fa dalla Regione Veneto. Il testo, il quale ha ricevuto il via libera nel gennaio del 2017, è stato dichiarato illegittimo dopo l’impugnazione da parte del Governo a causa di una presunta invasione della competenza statale. In poche parole c’era stato il ricorso a causa della materia su cui lo Stato ha potestà esclusiva.
La norma fece discutere parecchio in quanto il disturbo dell’attività venatoria è stato punito come molestia, dunque dal punto di vista penale. Le sanzioni previste vanno da un minimo di 600 a un massimo di 3600 euro. La Consulta ha bocciato la legge regionale anche a causa dei termini del testo, considerati fin troppo generici e privi di determinatezza: le sanzioni amministrative, inoltre, sono state giudicate sproporzionate e superiori ad altre già previste dalle leggi venete.
Per i giudici bisogna prendere in considerazione l’ambito delle persone che vengono offese e l’aspetto psicologico. Il fatto che si voglia garantire l’esercizio dell’attività venatoria e proteggerla dalle interferenze esterne significa che si sta parlando di ordine pubblico e sicurezza, materia che compete allo Stato e non agli enti locali. Si attendono ora le pronte risposte del mondo venatorio.