Il ricorso alla Cassazione era stato motivato col fatto che ci fossero gli estremi per una sola violazione, ma in realtà all’uomo era stata contestata l’uccellagione e il fatto di aver abbattuto due volatili appartenenti a specie protette. Le due disposizioni hanno delle differenze strutturali e anche se fanno parte di uno stesso articolo della Legge 157 del 1992, le violazioni sono autonome. Quella relativa alla lettera “e” ha a che fare con il reato di pericolo, la seconda con il reato di danno. Il ricorso è stato quindi giudicato inammissibile e l’uomo è stato costretto a pagare le spese processuali.
Un canale su cui indagare L’eurodeputato monfalconese Anna Maria Cisint (Lega) ha posto l'accento su una questione finora poco dibattuta: "Da tempo ci giungono notizie in merito all’esistenza di un canale di comunicazione privilegiato tra la Direzione Generale Ambiente della...
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