E’ di questi giorni la notizia che al Gruppo Beretta è stata assegnata la fornitura per la Polizia di New York dei fucili di precisione Sako TRG M10, armi multi calibro fra cui spicca ovviamente il .338 Lapua Mag. per un abbinamento di rara efficacia grazie anche alla vasta accessoristica disponibile. Insieme proponiamo una cartuccia in tale calibro creata qualche anno addietro dalla RWS, marchio di assoluto valore entrato poco tempo fa, insieme a Geco, Norma e Rottweil (Gruppo Ruag) nella Holding della pluricentenaria azienda di Gardone.
Oggi il tiro a lunga distanza contempla cartucce formidabili come la .375 Chey Tac o la .408 con la stessa denominazione, ma compiendo un passo indietro potremo osservare un progetto che ha dato inizio a queste cariche pensate soprattutto per un uso militare a distanze che oggi definiamo intermedie. Assodato come le 2 miglia (3218 metri) oggi siano un elemento base per la disciplina del tiro a lunga distanza, e i 2000 metri un altro punto focale, al di sotto ci sta parecchio altro da ingaggiare con cartucce in cui l’equilibrio dei fattori balistici e del costo si rivela spesso come il punto di arrivo di un progetto molto ben architettato.
Nel 1989 la ditta finlandese Lapua presenta la sua nuova cartuccia, dopo molte sperimentazioni nel settore militare per cui questa carica è stata studiata: è da subito una pietra di paragone e altri fabbricanti si applicano a prodotti simili come ad esempio la Weatherby, come d’abitudine incline a far stravedere, ma questa volta la Lapua vanta un miglior equilibrio e si afferma sul mercato, specialmente come già detto, quello militare dove gli exploit non sono così funzionali e vantaggiosi quanto una media costante, ripetitiva e affidabile. La cartuccia vede derivare il suo bossolo da una colonna portante del munizionamento britannico degli inizi del ‘900 studiato per la caccia grossa: il .416 Rigby rimane tutt’oggi una scelta oculata e di eccellente funzionalità nel suo ambito.
Il nuovo .338 Lapua Mag. coniuga diversi fattori positivi fra cui la lunghezza del bossolo pari a 69,2 mm e soprattutto una spalla da poco meno di 40° che insieme consentono una combustione adeguata alla notevole carica di polvere contenendo la pressione in gioco e la sensazione di rinculo. I pesi dei proiettili previsti vanno da 200/250/300 gr con diverse velocità fra cui spicca un 1005 m/sec del più leggero mentre quello più usato da 250 gr viaggia correntemente intorno ai 915 m/sec con energia prossima ai 700 kgm.
L’impiego in chiave antimateriali è praticabile fino alla distanza di 1750 metri dove la palla mantiene energia sufficiente a devastare, ad esempio, una centralina elettronica di tiro per artiglieria o batterie di missili rendendo questi armamenti inutilizzabili. Nel campo specifico del tiro di poligono ci si diverte a battere i 1.000 metri in scioltezza e in quello della caccia molto dipende dall’arma scelta, quindi lasciando da parte il mitico Sako TRG nelle sue varie versioni con il peso impegnativo per venir trasportato su e giù per le montagne, si può passare a un elegante Sako Mod. 85 con cui tutto diventa più accessibile.
La RWS .338 Lapua con palla ST
Questa confezione datata 2017 della RWS spicca per i colori usati con un vistoso e gradevole giallo oro abbinato al nero. Le diciture appaiono nella mezzeria superiore con il marchio e la scritta Ultimate performance cartridges mentre in quella inferiore, in caratteri bianchi sul nero di fondo molto ben leggibili grazie anche alle giuste dimensioni, sono riportate quelle del calibro e delle specifiche relative al proiettile speciale creato dall’azienda, detto Speed Point. Da ultimo in basso la scritta che sottolinea la manifattura tedesca, quindi non affidata a lavorazioni extra nazionali. Tornando alla palla impiegata segnaliamo il peso da 250 gr (16,2 g), quello intermedio per il calibro, osservando la linea ben evidenziata sulla confezione con profilo secante dell’ogiva e apice posteriore rastremato secondo la forma detta comunemente Boat Tail nella sua variante detta V-Tail decalibrata, cioè quanto di meglio oggi offra la tecnologia per un mantenimento della velocità insieme a radenza e precisione.
Va sottolineato come tale profilo fosse già presente sulle palle Western-Winchester create per la propria cartuccia .264 Win. Mag. nella seconda metà degli Anni 50. Non manca di attirare l’attenzione una bindellina rossa sulla scatola dove si fa rilevare la derivazione strutturale di questa recente palla ST dalla storica H-Mantel, molto usata nei calibri intermedi da caccia come i 7 e gli 8 mm: è stata per decenni l’adozione preferita da molti per la caccia al cervo con la cartuccia specifica 8x68S di Schuler. La struttura vede un cercine a incavo nella zona intermedia del proiettile atto a favorire la separazione fra la parte anteriore, strutturalmente destinata a deformarsi e frammentarsi, e quella posteriore ben più dura a cui è demandato il compito di mantenere l’energia creando un tramite sostanzioso fino ad uscire dal selvatico. Nella situazione presente l’ogiva cava in rame della H-Mantel, riportata sul proiettile, è sostituita da una più performante (balisticamente parlando) punta in sintetico meno delicata su urti accidentali e garante di prestazioni migliori quanto a velocità, precisione e potere d’arresto, con il compito di penetrare nella parte anteriore della palla favorendone la dilatazione e la frammentazione. Il corpo del proiettile è rivestito in tombacco nichelato, ottimale per il passaggio nella rigatura e con funzione antiossido; da ultimo è presente la scanalatura circolare, poco sotto all’incavo della struttura ad H, per il crimpaggio della palla.
Inserendo i dati nel simulatore Quickload viene all’occhio il coefficiente balistico pari a 0.566, quindi non un valore stratosferico come accade di osservare in alcuni proiettili specifici per il tiro a lunghissima distanza, ma decisamente efficace per quel che la palla ST deve compiere. I dati balistici poi vedono con la taratura dell’ottica ipotizzata a 200 metri e una V/0 pari a 915 m/sec una V/300 pari a 756, V/600 di 614 e V/1000 di 454 m/sec: in pratica a un km dalla volata la velocità perde il 50% rimanendo ancora ben sopra il minimo di circa 320 m/sec della velocità supersonica che si tocca circa ai 1750 metri. Quanto all’energia sviluppata si passa da una E/0 di 6782 J ai seguenti valori con le identiche tappe della velocità: quindi E/300 di 4628, E/600 di 3053 e E/1000 di 1668 J. La traiettoria con la predetta taratura 200 m dà questi abbassamenti in centimetri: a 300 – 19,7, a 600 -197,9, a 1000 -865,5. Valori decisamente positivi per tutti gli impieghi cui si vorrà destinare questa cartuccia.