Quando la cartuccia .338 Lapua Magnum ha fatto la sua prima comparsa sulla scena civile era già stata ben sperimentata e impiegata da diversi corpi militari specializzati che avevano avuto modo di apprezzare le tante doti di questo progetto fra cui l’energia e la precisione a lunga distanza, il grande equilibrio dei diversi fattori e in ogni teatro di impiego, la gestibilità in armi ancora molto ben trasportabili dal singolo individuo con gli intuibili vantaggi degli spostamenti subitanei senza troppi appesantimenti e con misure del fucile ancora facilmente dominabili. Al di là dello scopo che rimane fortemente precipuo in guerra e che è colpire l’avversario, questa cartuccia si presta con successo a invalidare le apparecchiature elettroniche senza cui molti pezzi d’artiglieria o impianti missilistici rimangono inattivi. Ovviamente la gittata utile con una precisione elevata e tanti kgm da scaricare hanno guidato il progetto della Lapua e la Casa finlandese non ha tradito le aspettative fornendo un risultato consequenziale alla sua fama e all’essenza del tiro di precisione, materia assai seguita in queste terre dove agonismo, caccia e, ogni tanto guerra, hanno forgiato nel corso degli anni generazioni di eccellenti tiratori e di altrettanto validi progettisti di fucili e di cartucce. Le misure richieste in partenza dal Research Armament Co. indicano il calibro .338”, un peso di palla pari a 250 gr (16,2 g) e una velocità alla volata di 3000 ft/sec, quindi circa 915 m/sec: una bella combinazione in grado di erogare 691 kgm e, grazie all’impiego di proiettili con alto coefficiente balistico, di mantenere valori di tutto rispetto per un’ampia estensione di traiettoria. La base del progetto nasce dalle misure del .416 Rigby e i primi bossoli vengono prodotti dalla Brass Extrusion Labs. Ltd di Bensenville nell’Illinois mentre i proiettili escono dalla Hornady; non passa molto tempo e sia Lapua che Norma mettono in commercio le loro cartucce con il gradimento di SAAMI e CIP per le misure convenzionali che in termini metrici vedono un bossolo da 8,58×71 mm. La carica militare dotata di una palla appuntita con profilo secante dell’ogiva e boat tail all’apice posteriore batte comodamente i 1.500 m.
La cartuccia Fiocchi Perfecta
La Casa di Lecco ha immesso tale calibro nella serie Perfecta, quella da tiro con fattura molto accurata e rendimento in proporzione anche al prezzo che, necessariamente, non è popolare: la bella confezione da 10 cartucce va mediamente al pubblico intorno ai 66,00 €, ma se si considera che l’entità di polvere molto progressiva è davvero tanta e si impiega la pregevole palla Sierra Match King da 250 gr si comprende come il tutto arrivi a costare quell’importo. Ci piace il cartoncino usato per la scatola e la stampa che caratterizza questa serie speciale dove non mancano le indicazioni sulla palla in opera mentre per i dati balistici la ditta rimanda al suo sito da cui abbiamo ricavato le tabelle che riportiamo: per i meno affiatati con la modernità diremmo che il classico specchietto con i dati di traiettoria, velocità ed energia riportato sulla scatola non sarebbe male. Le cartucce si presentano con ottone di ottimo livello, tasca portainnesco e solco per l’estrattore molto nitidi senza la minima sbavatura, una ricottura della parte alta del bossolo, quindi ultimi mm del corpo, spalla e colletto che garantiscono elasticità e possibilità di ricarica. La prova condotta con una Sako 85 ha evidenziato una cameratura corretta senza alcun sforzo né in chiusura, né in apertura, assenza di sfiammature anomale, giusto annerimento del colletto e forma ottimale grazie anche alla perfetta cameratura dell’arma in prova.
Al tiro ci siamo destreggiati come abbiamo potuto avendo scelto e fissato la giornata al poligono di Carrù (CN) per quel 24 novembre quando la pioggia e il vento si son messi d’impegno per sfiancarci, ma senza riuscirci: la posizione su un altopiano ci ha tenuti distanti quel che bastava dai disastri provocati dal torrente Tanaro. Un cenno lo merita l’ottica Burris Veracity 5-25×50 che in quella buriana ha consentito un’adeguata visibilità ai 200, oltre non si vedeva proprio, e una regolarità nelle correzioni davvero adeguata al binomio fucile e cartuccia. Per paragone abbiamo sparato alcune ricariche domestiche con palla Hornady A-Max sempre da 250 gr e la rispondenza è sempre stata molto elevata.
Conclusioni
Domandarsi a che serva questa .338 LM è superfluo. Serve ad apprezzare un lavoro condotto con esemplare capacità di raggiungere certi valori non accessibili a chiunque, a ritrovare come sempre il marchio Giulio Fiocchi Lecco pronto e disponibile a seguire gli appassionati su qualsiasi terreno, anche il più ostico e impegnativo, a verificare come l’esperienza e la conoscenza del mercato mettano l’azienda italiana sempre ai massimi livelli nell’ambito internazionale. Se poi si vorrà sperimentare il tiro a lunga distanza ci si metterà nelle condizioni più adeguate per assaporare quel che la .338 LM è in grado di fornire: purtroppo il poligono di Pian Neiretto (TO), a cui ci appoggiamo per le distanze sopra i 300, m in questo periodo chiude e riaprirà solo dopo la metà di maggio. Non si può chiudere il discorso senza un occhio all’impiego venatorio: in mano a persone di buon senso, capaci di dire di no in assenza di condizioni ottimali, la cartuccia consente esiti reboanti; diversamente si riapre, a distanze sempre maggiori, la fabbrica dei “sanitari”, cosa da evitare puntualmente per non rovinare un’arte elevata come la caccia che non deve mai scadere a mero esercizio sportivo.