Munizioni da caccia: Non occorrono presentazioni per quella che negli Stati Uniti d’America è considerata la cartuccia per antonomasia trovando però interessante analizzare un particolare caricamento della Federal.
di Emanuele Tabasso
Abbiamo limitato agli USA la considerazione massima di cui gode tutt’oggi la storica ordinanza del 1906, ma a ben vedere sarebbe da estendere molto oltre ai confini della confederazione espandendosi in tutto il Nord America, influenzando vasti territori oltre l’Atlantico. La considerazione di cui gode questa cartuccia si fonda certamente su valenze intrinseche assai equilibrate, nate quando gli studi per un impiego militare erano paragonabili da vicino a quelli di una cartuccia civile di cui i tiratori sportivi si sarebbero serviti in un’ampia varietà di situazioni venatorie. A cavallo fra Otto e Novecento c’era stato un altro bossolo con lunghezza da 63 mm ed era quello della cartuccia svedese 8×63 impiegata nella sola nazione di origine per le mitragliatrici Browning e Bofors, che terminò la carriera con ottimi risultati in armi da tiro. Ben altra risonanza ha avuto la 7,62×63, questa la dizione metrica del .30-06 Sprg., che ha goduto di una diffusione enorme grazie all’adozione nell’esercito e a tutto il corollario che ne deriva amplificando gli esiti e il gradimento. Uno dei motivi è rappresentato dall’ideale nazionalistico che porta a sostenere dovunque e comunque il prodotto di casa, magnificandone le doti e sorvolando sulle criticità, se mai ce ne fossero; l’altro è l’usanza in vigore di giubilare dopo pochi anni le cariche in magazzino mettendo sul mercato quantitativi ingenti di ottimo materiale a quotazioni di estremo interesse. Immaginate se da noi fosse in vigore una soluzione simile: i giornali di opinione griderebbero allo scandalo e all’imminente sovvertimento dell’ordine democratico insieme alla caduta dei valori civili. Il mondo è bello perché è vario, ma riteniamo preferibile, perché più attinente alla nostra realtà, la locuzione dell’indimenticato Marcello Marchesi che correggeva così: il mondo è bello perché è avariato.
Tornando alla nostra cartuccia diremo che la definizione buona per tutto, eccellente in nulla sia discretamente veritiera: negli anni passati in montagna era malvista per la sua scarsa radenza e per una precisione intrinseca non proprio ottimale mentre ha poi ripreso una certa quota quando al camoscio si sono affiancati in giro per Alpi e Appennini i cervi, i daini, lasciamo un po’ da parte i caprioli per cui c’è davvero di meglio, e poi il re della macchia, il cinghiale che oggi pare legato indissolubilmente a tale cartuccia. In effetti l’abbinamento con i semiautomatici o i fucili a ripetizione, specie quella in linea per i luoghi dove l’altro meccanismo non è permesso, è la soluzione più usata: qui le carenze sopra citate non contano e poi sulla precisione così così ci sarebbe anche da ridire visto che nella prova di un Browning Maral abbiamo avuto ottimi esiti a 100 e 200 m.
La carica della Federal presa in esame è un poco controcorrente rispetto alle usanze invalse fra i cacciatori di cinghiale che prediligono spesso palle pesanti con lo standard di 180 grs per salire fino ai 220 grs. Come si sa la cartuccia si presta ad un’ampia gamma di proiettili, addirittura si vedono dai 125 grs al peso maggiore prima citato, ma ricordiamo che quella più naturale è compresa fra i 150 e i 165 grs. dove si ottimizzano le caratteristiche. Con la palla Power Shok da 150 grs si possono insidiare, secondo i consigli del fabbricante, i selvatici indicati come Medium Game quindi a pelle tenera, ma già d’un certo peso: il cervo mulo, il coda bianca, antilopi varie e l’orso nero sono compresi nella gamma. Noi andremmo sicuri anche sul cinghiale perché la palla ha punta morbida che assicura un affungamento regolare insieme a una buona mantellatura per la ritenzione del peso originario, e infine una capacità di shok invalidante notevole: rammentiamo che questo fattore poco codificabile numericamente, ma ampiamente verificabile sul campo, si fonda parecchio sulla velocità e questo proiettile mostra una V/0 pari a 887 m/sec che diventano 798 a 100 iarde, 713 a 200, 633 a 300 e 560 a 400 con energia corrispondente pari a 389 kgm, 314, 251, 198 e 155. Con azzeramento a 100 iarde, asse dell’ottica sopraelevato di 3,8 cm rispetto a quello della canna, a 200 iarde cade di 9,15 cm mentre a 300 si abbassa di 34,5 e per le 400 viene saggiamente omesso il dato.
Si può concludere che nei tiri a breve distanza, come il cinghiale alle poste, l’esito con lo shok idrodinamico indotto possa essere di tutto rispetto: insieme ci sarà un rinculo decisamente più leggero di quello determinato da proiettili più pesanti e quindi una migliore possibilità di doppiare il colpo.