Abbiamo avuto una prima presa di contatto con questa recente cartuccia da tiro in occasione dell’IWA 2013, presso lo stabilimento della RUAG a Fürth: la cameratura in un modello 202 della Sauer, allestito con la calciatura Synchro da tiro, aveva messo la classica pulce nell’orecchio. Oggi gli studi di cartucce da 6 mm ben bilanciate e non ipertrofiche stanno prendendo piede e i fucili in cui impiegarle vanno dai modelli da caccia a quelli specializzati per il tiro accademico. Ripercorriamo la genesi di questa ennesima proposta della Norma osservando come la Casa svedese produca tale cartuccia nella linea Diamond, appositamente progettata per il tiro.
Secondo un metodo molto serio la Casa ha riservato a questo prodotto una prima vita operativa nelle mani di tiratori al vertice delle classifiche mondiali: già nel 2007 campioni come David Tubb della NRA statunitense e Johann Gustavsson in Europa hanno mietuto allori, in particolare quest’ultimo ha piazzato la stoccata vincente di 600/600 nei 300 m a terra durante la Coppa Europa UIT a Tolmezzo. Continuano i successi e nello stesso anno la squadra svedese fa punteggio pieno agli Europei di Granada: la carica messa a punto dalla Norma vede una palla Berger da 6,8 g (105 gr) spinta a una V/0 di 920 m/sec, elementi quindi adeguati per contrastare il vento riducendo nel contempo il tempo di volo.
La genesi della 6XC
Una bella chiacchierata con l’amico Mario Bencini della Bignami di Ora (BZ) ci ha reso edotti su quello che pare esser stata l’incubazione e poi la nascita della cartuccia: i prodromi, per usare una parola importante, sono di tutto rispetto se pensiamo che la genealogia risalirebbe addirittura alla .22-250 Rem. una fra le .22 ad altissime prestazioni dotata di costanza e precisione intrinseca ai massimi livelli in tale ambito di calibri. L’altro genitore è un mostro sacro del tiro: il 6 BR Norma non necessita di presentazioni tali e tante sono state e sono le sue qualità mostrate per ogni dove.
E’ proprio quest’ultima misura a coagulare i pensieri per ottenere una cartuccia con la capacità di spingere una palla da 6 mm con un peso normale di 105-107 gr e la possibilità di salire anche a 115 gr, in funzione dell’ambiente in cui si opera, usufruendo di una pregevole densità sezionale. Il bossolo riprende quello del .243 Win. accorciato a 48 mm con tutte le valenze conosciute (si veda la genesi del 6 mm dal progenitore militare 7,62 mm Nato, diventato in veste civile il .308 Win.) implementate dagli studi a suo tempo condotti da Lou Palmisano e Ferrys Pindell con la loro 6 PPC su dimensioni e volumetria della camera a polvere, compatta e resistente a pressioni piuttosto elevate, garanti di rapidità e costanza di combustione, quindi di uniforme spinta sul proiettile. Insomma il mondo del Bench Rest appare qui in tutta la sua valenza di ricerca della perfezione. SEGUE