Quattro giorni fa, lunedì 12 febbraio 2018, si è svolto l’incontro tra il mondo della caccia italiana e la Commissione Europea presso l’Auditorium del Ministero dell’Ambiente a Roma. Si è trattato della riunione bilaterale che riguardato il Piano d’azione per la natura, i cittadini e l’economia. L’appuntamento, inoltre, aveva l’obiettivo di fare il punto sulla gestione dei siti Natura 2000 nel nostro paese, cercando di capire come migliorare la conservazione della biodiversità.
La riunione ha affrontato anche i temi della caccia alle specie in declino e il contrasto del bracconaggio. Federcaccia ha esposto e consegnato un documento attraverso il suo Centro Studi e in condivisione con l’ANUUMigratoristi ed Enalcaccia. Non sono mancati i contributi dei rappresentanti ambientalisti e animalisti, senza dimenticare il settore agricolo e la Federparchi. In particolare, un tema molto discusso è stato quello dei limiti all’approvazione generale delle aree Natura 200, sia per il mondo della caccia che per quello agricolo.
Il Centro Studi Federcaccia ha proposto tre soluzioni, tra cui la stesura di un decreto che inserisca gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini negli enti che compartecipino alla gestione dei siti stessi, coinvolgendo meglio i cacciatori. Il punto sulle specie in declino ha permesso di smentire la nota definizione SPEC, priva di valore ufficiale.