Scienza antica e precisa, quella della balistica ben dovrebbe essere conosciuta da ogni buon cacciatore
Scoprire i segreti della balistica venatoria interna potrebbe regalare qualche successo in più durante una lunga e divertente giornata di caccia.
Fondamento della caccia, spesso a torto data per scontata, la balistica è una scienza di cui ogni cacciatore dovrebbe avere i rudimenti. Branca della fisica, si tratta dello studio scientifico del movimento dei corpi pesanti lanciati nello spazio e cadendo più nello specifico dei proiettili lanciati dalle armi da fuoco.
Fin qui poco e niente di nuovo, ma il discorso si fa più complicato quando si scende nel dettaglio. La balistica infatti si divide in Balistica Interna e Balistica Esterna. La prima branca si interessa del movimento del proiettile all’interno della bocca da fuoco, mentre la seconda si interessa piuttosto del movimento dei proiettili che sono usciti dalla bocca di fuoco.
Se la balistica interna si interessa principalmente delle forze termodinamiche scatenate durante la deflagrazione, che danno slancio al proiettile, la balistica esterna si occupa principalmente al moto esterno del proiettile, determinato in larga parte dal suo peso e dall’attrito con l’aria.
La balistica viene detta venatoria quando si interessa specificatamente delle munizioni da caccia ed esattamente di questa scienza ogni buon cacciatore dovrebbe interessarsi. In questo settore diventa particolarmente sensibile l’argomento relativo alle polveri da sparo.
Gli elementi che possono influire sul loro rendimento sono davvero numerosi. Variabile principale e particolarmente temuta da chi ha fatto della caccia la propria passione è rappresentata dalle condizioni atmosferiche (temperatura e umidità) che saranno capaci di influenzare il fenomeno esplosivo in primo luogo ed ancora la fondamentale traiettoria dei pallini.
Come la temperatura e l’umidità possano influire sul fenomeno esplosivo è presto detto: la combustione della polvere da sparo e la sua relativa efficacia infatti è spesso influenzata dal clima esterno questo perché se la temperatura entrinseca della polvere è più elevata questa brucia più rapidamente, diversamente brucerà più lentamente. Questa regola è valida in condizioni di parità di umidità.
E’ ben noto infatti che eccessi di umidità della polvere da sparo limitino fortemente la velocità della sua combustione, abbattendo contemporaneamente la temperatura della stessa. Naturalmente a dover interessare particolarmente il cacciatore è l’umidità della polvere da sparo e non certo l’umidità dell’aria che non ha alcun influsso a breve termine sui fenomeni di balistica interna, sempre che, questo è logico, le cartucce non l’abbiano assorbita per duratura esposizione.
Quel che qui ci interessa indagare è in quale percentuale mutamenti di temperatura e di umidità possano influenzare durante una giornata di caccia, l’efficacia delle cartucce. Di norma durante una giornata venatoria tipo la temperatura non varia mai in maniera troppo rapida; a variare è piuttosto l’umidità. Si tratta in ogni caso di cambiamenti che non possono incidere in maniera significativa sulla prestazione di una buona cartuccia. Le uniche differenze che un cacciatore potrà realmente percepire saranno relative ad una leggerissima variazione nell’entità del rinculo, o una certa diversità del rumore del colpo di fucile.
Più corretto è dunque dire che le variazioni del rendimento di una cartuccia durante una stessa giornata di caccia siano relative piuttosto che a cambiamenti climatici, a fattori di balistica esterna, di cui tratteremo nei seguenti articoli, e a mutamenti delle condizioni mentali e fisiche del cacciatore.
In ogni caso durante una giornata di caccia si possono verificare delle situazioni che realmente hanno la capacità di influenzare negativamente l’efficienza della polvere da sparo:
– è fortemente sconsigliato lasciare le cartucce esposte per ore al calore del sole, come comunemente avviene per le cartucce inserite nella cartucciera;
– alla stessa maniera non è buona abitudine esporre le cartucce al freddo e al ghiaccio all’interno del capanno;
– da sconsigliare il lasciare le cartucce in macchina sotto il sole o esporle alla pioggia e nebbia.
Si tratta ovviamente di situazioni estreme che inevitabilmente invalideranno l’efficacia delle cartucce, da tenere dunque, quando possibile, sotto controllo.