Kurzhaar & Beccaccia: Una caccia appassionante quella alla beccaccia, da vivere con un cane a cinque stelle, il Kurzhaar.
Chi ha provato l’esperienza di caccia alla regina dei boschi in compagnia del kurzhaar sa che si tratta di una vera e propria avventura, affascinante, divertente, ma soprattutto appagante. È stato definito in tanti modi, ma dire che è un sagace tessitore, dotato di gran fiuto e di equilibrio lo descrive perfettamente. Il cane è estremamente intelligente, rapido e forte eppure in tutti i suoi movimenti è elegante e fine, tanto da destare ammirazione da parte del cacciatore che ha l’onore di condividerci una bella giornata all’aria aperta.
Quando corre il kurzhaar pare quasi galoppi, eppure lo fa con un’armonia e con un’elasticità sorprendente. Si nota subito che è nato per dar la caccia al selvatico sovrano del bosco, e instaura, quando ben addestrato, un rapporto di stima e di fiducia con il suo conduttore. Ama la caccia, è infallibile nel riporto per il quale dimostra un istinto immediato e la sua ferma è letteralmente spettacolare. Insomma non ci sono pecche per questo cacciatore a quattro zampe, originario della Germania che non di rado viene impegnato anche in operazioni di protezione civile, ma si dimostra anche un eccellente cane da compagnia.
Pare che i suoi antenati fossero originari della Prussia e il Kurzhaar di oggi sia frutto di attente selezioni iniziate fin dai primi dell’ottocento del secolo scorso. La svolta si ebbe quando il padre del segugio fu incrociato con il Pointer inglese che ne migliorò la struttura fisica, ma anche l’aspetto caratteriale. Il risultato fu eccellente: il cane oggi è, come detto, energico e forte, ma anche equilibrato e vivace, seppure necessità di un addestramento fermo e coerente, costante e impegnativo, specie se si desidera utilizzarlo durante la caccia alla beccaccia. Il rischio principale è infatti quello che prenda il sopravvento sul padrone, visto il suo fortissimo carattere, per quanto, se affiancato ad un giusto compagno, possa rivelare tutte le sue doti venatorie.
E’ bene che l’addestramento del kurzhaar inizi fin dalla sua prima infanzia, durante la quale si deve creare un rapporto di rispetto fra padrone e cane. Sul campo dimostra immediatamente le sue istintive doti di ausiliare fermatore, e la sua capacità di apprendere dall’uomo, dal selvatico e dall’ambiente che lo ospita è letteralmente sorprendente. D’altronde il lavoro del proprietario che desidera addestrare il proprio kurzhaar non è poi troppo arduo: serve polso fermo, questo è vero, ma la razza dimostra fin da subito intelligenza. Non si sbaglia quando si afferma che il kurzhaar caccia prima con la testa e solo poi con il suo atteggiamento ardito, con la sua resistenza e con il suo prorompente olfatto. Quel che davvero conta è che l’animale venga posto fin da subito in relazione con selvatici doc e veritieri, indispensabili per la sua preparazione.
Una delle tecniche di addestramento più gettonate per il nostro kurzhaar è certamente quello alla tedesca, che mette in mostra fermezza e costanza, ma soprattutto meticolosità e durezza del lavoro imposto. Si può iniziare ad esempio con lo sviluppo del riporto da ripetere più e più volte, finché l’ausiliare non si dimostra sicuro, sicurissimo durante l’esecuzione, per poi passare alle piste che aiutano il cane ad un avvicinamento lineare verso il selvatico. Solo in seguito si lavorerà sulla ferma e sulla cerca.
Presto il Kurzhaar si dimostrerà infallibile durante la caccia alla beccaccia, migratrice e signora dei boschi per eccellenza. La si incontra facilmente in luoghi umidi e ricchi di hummus e dato il carattere sospettoso del selvatico e le difficoltà imposte dal territorio di caccia, è bene che il cacciatore si munisca della giusta attrezzatura e non solamente del giusto ausiliare.
L’impossibilità di tiri puliti nel bel mezzo di un bosco è forse una delle principali difficoltà che il cacciatore deve superare: per questo il consiglio è di portar con se un fucile leggero che avvantaggerà l’appassionato che deve andare e venire per sentieri collinari e montani o di fitta macchia.
Detto questo, visto che la beccaccia non è troppo resistente alle fucilate potrà andar benissimo un calibro a scelta fra il 12 ed il 20 con canna corta e strozzatura minima, per risolvere il problema delle foglie che “mangiano” i colpi. Il tiro naturalmente dovrà essere il più ravvicinato possibile.
La lunghezza di canna ideale va da 60 ai 66 cm con strozzatura a 4 stelle. Ottima la scelta della doppietta o del sovrapposto e di una cartuccia non troppo pesante e con ampia capacità di ampliamento della rosata.
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