Ricevere in prova il nuovo kipplauf SKL 20 della Sabatti ha dato l’avvio a una serie di esperienze decisamente interessanti per cui siamo grati alla Casa gardonese: la partenza ha rilevato un intoppo, ma come sovente capita, se qualcosa va un po’ storto all’inizio, statisticamente il prosieguo si rivela tutto in discesa. Arriva il fucile presso la Nuova Armeria del Centro di Alessandria (0131 266 269) insieme a un’ottica assai interessante, ben poco conosciuta qui da noi, ma decisamente affermata negli Stati Uniti d’America dove viene prodotta: è una Sight Mark Modello Citadel. Di questa fabbrica abbiamo provato poco tempo addietro un altro esemplare, meno sofisticato di quello attuale, e siamo curiosi di mettere sotto esame questo abbinamento: fra la coppia di elementi si interpone un attacco dei F.lli Contessa, una garanzia che nel volgere di pochi anni ha saputo conquistare il mercato nazionale ed estero: inventiva ed esecuzione formano un insieme di totale affidabilità.
Al momento del montaggio sorge però un problema: gli anelli forniti sono quelli più bassi e dall’ottica sporge inferiormente la valvola per l’immissione del nitrogeno, il gas che evita la condensa e l’appannamento. Una telefonata in azienda e in un paio di giorni ecco pronti in casa gli anelli intermedi che provvediamo a montare sulla base facendo ben attenzione a sistemare le cose nella maniera opportuna. Per dirla tutta, presi dalla voglia di far bene, ci ritroviamo con l’obiettivo al posto dell’oculare… insomma con il cannocchiale girato di 180°. Con calma e metodo smontiamo la sostanziosa ottica rimontandola per il verso giusto: il minimo spazio per la valvola consente una posizione molto bassa evitando problemi di torsione nel puntamento. Serriamo bene i due dadi di giunzione degli anelli alla slitta mentre non forziamo più di tanto le brugole che fermano il tubo: pensiamo di ricontrollarle dopo i primi tiri di prova.
La prima tornata a Carrù
Metà luglio al poligono di Carrù (CN): ci accoglie l’amico Giorgio Rosso (347 969 26 77) e il clima offre una giornata confortevole e con luce adeguata al tiro, senza troppo riverbero o effetto miraggio. Il montaggio del Sight Mark Citadel 3-18×50 sulla base Contessa e questa sull’attacco ricavato dal monobloc di culatta del Sabatti offrono da subito la garanzia dei lavori ben fatti all’origine. Per abitudine eseguiamo la prima prova ai 50 m così da non sprecare troppe cartucce: già il controllo visivo attraverso la canna e poi nell’ottica rassicura sulla situazione e il primo colpo risulta un po’ basso, come il secondo sparato per conferma, ma quasi in asse col centro.
Saggiamo gli scatti verificando col secondo tiro lo spostamento, molto ridotto, passando a un considerevole numero di click con un terzo colpo pressoché esatto e il quarto perfetto. Abbiamo impiegato delle cartucce RWS di qualche anno fa, con palla KS (Kegel Spitze) da 8,2 g (127 gr). Ci trasferiamo alla linea a 100 m pieni di entusiasmo e di soddisfazione mettendo a mano una nuova scatola di cartucce RWS, sempre con la stessa palla. Notiamo sui dati balistici forniti dalla Casa qualche leggera differenza in meno nella nuova produzione con -35 m/sec e -235 J alla volata che diventano -140 J a 300, con 5,5 cm di calo in più ai 300 m con la GEE indicata rispettivamente a 172 e 164 m: peccato, perché come afferma il nostro amico Fabio “Belle Signore, soldi e Joules… mai abbastanza”. Poi sul terreno non saranno certo queste entità a far la differenza, o almeno lo speriamo: tuttavia ci spiace osservare questi passi all’indietro.
Torniamo alle nostre prove: la taratura dai 50 ai 100 m vuole un paio di colpi a forcella, come si direbbe in artiglieria, con il terzo ben messo, pur se ancora un poco alto. Di qui una deriva a sinistra con tre colpi che proprio ci lasciano l’amaro in bocca… finché la memoria non riaccende la considerazione mentalmente espressa durante il montaggio: le viti di serraggio degli anelli saranno da verificare dopo qualche tiro. Rimettiamo il fucile sugli appoggi e puntualmente ognuna della quattro viti prende un considerevole angolo di chiusura: dalla ditta Contessa sono giunti gli anelli necessari corredati dalla viteria e dalla chiave per il lavoro, con una apprezzabile considerazione per chi deve compiere la sostituzione. Nessun sortilegio, ma dopo quell’intervento di cui ci eravamo dimenticati, i colpi finiscono là dove devono finire: il bersaglio a evidenziatore mostra i tre colpi concatenati con nostra piena soddisfazione.
A completamento della giornata decidiamo di dedicare la giusta attenzione all’ottica con la prova del quadrato: ci ronzano attorno con malcelato interesse per le novità due bravi cacciatori/tiratori, i gemelli Galli che, essendo molto giovani, nel poligono di Carrù sono chiamati i Galletti… Affidiamo loro arma e ottica, un bersaglio a 100 m e cinque cartucce: sparano in alternanza e da parte nostra curiamo solo la parte degli scatti con 25 click in longitudine e 20 in elevazione. Lasciamo a chi ci segue una certa curiosità: proporremo l’immagine con la disposizione dei cinque fori nel prossimo brano in cui tratteremo in modo specifico di questo cannocchiale da mira mentre anticipiamo un encomio ai Galletti, davvero esemplari nel comportamento e nel tiro.
Una breve prova a Pian Neiret
Il giorno dopo le prove di Carrù approfittiamo di una seduta di tiri presso il poligono di Pian Neiret, in Val Sangone (TO) dove la Famiglia di Marco Cenni (347 916 1112) consente di trascorrere una giornata in quota (si è circa a 1250 m slm) approfittando di un’eccellente visibilità, ottimizzata da un bel temporale nell’ora di pranzo: manco lo si fosse programmato…
L’occasione è favorevole per far saggiare il kipplauf SKL 20 al Maestro Carlo che si impegna direttamente ai 300 m: lo studio degli scatti e la rispondenza della meccanica del Sight Mark Citadel, verificata a Carrù, consentono di mettere subito i colpi nel bersaglio: peccato che una nostra cattiva comunicazione a Roby Cenni porti a coprire con un bersaglio adesivo la rosata che comunque si nota con sufficiente chiarezza a rovescio dopo una cerchiatura dei tre fori con un pennarello rosso. Si rimane in meno di 55 mm quindi 0,65 di MOA: non sembrano necessari commenti se non quello di sottolineare che questa è stata la prima e unica rosata dell’amico che si è trovato perfettamente a suo agio con il binomio arma e ottica.
A Moiola per completare il triduo
Trascorsa una diecina di giorni dalle prime due prove non poteva mancare, per completezza di dati, una mattinata e parte di un pomeriggio a Moiola (CN) ospiti di Carlo. Nel frattempo sono finite le cartucce e abbiamo ripristinato la disponibilità con una nuova scatola di RWS, questa volta con palla DK (Doppel Kern) da 9,1 g (140 gr): della KS apprezziamo la precisione con qualche discernimento nell’impiego attestata la voluta fragilità del proiettile. Dalla DK abbiamo ottenuto ottimi esiti sempre per la precisione nel nostro drilling Merkel in 7x65R e daremmo ampia fiducia per la letalità da verificare alla prima favorevole occasione.
Nel calibro 6,5x57R della Sabatti ci preme controllare come la canna MRR padroneggi questa palla diversa per peso e profilo, ben rammentando come la cartuccia sia nata a fine Ottocento per sfruttare pesi sino a 10,5 g in quei lunghi proiettili cilindro ogivali allora ampiamente usati, a medie distanze, anche sui cervi. Oggi profili e strutture sono cambiati parecchio: il consiglio d’uso offerto da RWS con i profili dei selvatici disegnati sulla scatola vede volpe, capriolo, cinghiale e cervo escludendo alce e orso. Torniamo al “nostro” Sabatti: il benevolo ordine di scuderia è di stressare il fucile, nel senso ovvio di provare diverse situazioni, sempre con un occhio al riscaldamento della canna. Insieme alle nuove RWS Carlo ha predisposto una ricarica con palla monolitica: anche questa soluzione fa parte della verifica in atto.
Iniziamo a controllare precisione e V/2 della DK per cui la Casa dichiara alla volata, canna da 60 cm come quella in uso, 760 m/sec e 2628 Joules, una GEE a a 154 m e conseguente calo di 9,1 cm a 200 m e di 51,3 a 300. Evidente come l’impiego per tiri lunghi sia vincolato all’uso di un’ottica con torrette balistiche abbinata a un moderno telemetro: la precisione, come verificheremo sparando con il kipplauf SKL 20, è garante di ottimi esiti. Inizia Carlo cercando la bella rosata di cinque colpi a 100 m con le RWS DK da 9,1 g: i dati dichiarati sono quasi sempre un poco ottimistici e la V/2 media è pari a 734,8 m/sec con bassissimo scarto medio di soli 3.0.
La rosata in progressione vede i primi tre colpi quasi concatenati e gli ultimi due, canna già calda, un poco discosti. Si passa alle ricariche ottenute con bossoli RWS, innesco Winchester Large Rifle Magnum, polvere N/160 x 45,6 gr, palla Barnes TSX FB da 130 gr (8,4 g), OAL 77,3: la V/2 media è pari a 812 m/sec con una SD di 8.0. La rosata, nonostante lo scarto medio un po’ elevato, migliora un poco quella già notevole precedente con quattro colpi vicinissimi e il quinto un poco spostato dopo che il tiratore ha dovuto cambiare posizione per cause fortuite. I quadrati di fondo del bersaglio sono pari a 1” quindi 2,54 cm. Tocca a noi effettuare le due prove limitando tuttavia i colpi a tre: nel tiro venatorio ce n’è già uno di troppo, sovente due se il cacciatore sa il fatto suo. Entrambe le serie con le RWS DK da 9,1 g e le ricariche con palla Barnes, sono analoghe con lo stesso minimo scarto di un colpo rispetto ai due concatenati: si rimane fra 0,60 e 0,75 MOA.
Conclusioni
Cambiando peso e tipologia di palla con cariche originali o domestiche il fucile risponde a meraviglia: la balistica è documentata dalle immagini, ma a questa va aggiunto l’equilibrio dell’arma, davvero ben calcolato, e poi lo scatto che ha contribuito in maniera sostanziale alla bella riuscita dei tiri: un impianto lodevole sotto ogni punto di vista. A chiusura facciamo ancora notare come fosse presente un certo timore iniziale per l’abbinamento di un’ottica corposa su un fucile leggero, usualmente foriera di rosate un po’ abbondanti: qui non si è evidenziata la minima negatività per cui di sicuro le misure della coda di rondine praticata nel monoblocco di culatta e la base dei F.lli Contessa si sono rivelate perfettamente adeguate anche con questo abbinamento.