Sul sito ufficiale della Commissione Europea è disponibile il nuovo documento Key concepts, frutto del percorso di aggiornamento iniziato nel 2018, del quale Federcaccia ha esposto varie volte lo stato di avanzamento e le difficoltà incontrate dal mondo venatorio nel dialogo con le Istituzioni italiane, in particolare il Ministero dell’Ambiente, oggi Ministero per la Transizione Ecologica. Il nuovo aggiornamento è composto di quattro parti: un’introduzione generale, le schede delle specie, la lista dei riferimenti utilizzati e il database completo.
L’introduzione generale è importante per la comprensione delle schede delle specie, ed evidenzia le imprecisioni ancora presenti e la necessità di ricerche apposite per chiarire i fenomeni delle migrazioni e dei cicli riproduttivi nei vari Stati membri UE. Alla pagina nove sono presenti informazioni significative che confermano come le Autorità nazionali italiane non abbiano seguito le raccomandazioni della Commissione, sia nella procedura di preparazione delle proposte di modifica, non avendo realizzato un tavolo partecipativo con i portatori d’interesse nel procedimento, sia non avendo utilizzato le più recenti pubblicazioni scientifiche, ritenute dalla Commissione i principali riferimenti su cui basare l’aggiornamento dei Key concepts.
Confrontando quanto raccomandato dalla Commissione con quanto attuato dal Ministero si può concludere che l’Italia si è posta in forte contrasto con le richieste europee ed ha agito in modo autonomo. Analizzando invece le schede delle specie, si nota che nei testi che accompagnano le tabelle la Commissione ha riconosciuto l’incoerenza di molti dati fra vari Stati membri e spesso è citata l’Italia. Proprio per le specie per le quali Federcaccia e la Cabina di Regia avevano presentato dati e pubblicazioni scientifiche recenti, la Commissione scrive che le discrepanze possono essere spiegate dalla confusione fra movimenti invernali per cause trofiche e/o climatiche e l’inizio della vera e propria migrazione.
Si tratta delle stesse argomentazioni che Federcaccia aveva inviato alla Commissione attraverso FACE e fatte presenti alle Autorità Italiane. Questo concetto è espresso per l’alzavola, il tordo bottaccio, la cesena e il tordo sassello, tutte specie per cui Federcaccia e la Cabina di Regia avevano presentato le richieste di modifica per lo spostamento in febbraio della decade d’inizio della migrazione. Per la beccaccia la Commissione scrive testualmente che la migrazione prenuziale inizia in febbraio negli Stati mediterranei, di fatto smentendo la posizione ISPRA e la tabella in cui per l’Italia (unico Paese di tutta la UE) è segnalata la seconda decade di gennaio.
Riteniamo si tratti di piccoli successi di tutto il lavoro e le ricerche di Federcaccia, che attraverso FACE sono state portate nelle opportune sedi. Ci auguriamo che i TAR tengano presenti i testi accompagnatori del nuovo documento, ma nello stesso tempo constatiamo che le Autorità nazionali italiane hanno perso nuovamente l’occasione per risolvere alla radice il problema dei contenziosi giudiziari sui calendari e soprattutto continuano nel rifiutare le raccomandazioni della Commissione sulla partecipazione dei cacciatori ai processi decisionali.