Ora che la Commissione Europea ha approvato in via definitiva i nuovi Key Concepts (dell’art. 7 della Direttiva Uccelli) abbiamo letto con un certo stupore qualche segnale di esultanza in alcune parti del mondo venatorio, moderatamente soddisfatti perché la Commissione, nei commenti a supporto delle tabelle segnala “incongruenze fra i dati di vari paesi” fra cui numerose volte l’Italia. Prima di commentare la situazione attuale e futura dei prossimi calendari venatori regionali ci corre l’obbligo di rammentare a tanti cacciatori smemorati gli accadimenti degli ultimi quindici anni in materia di tempi di caccia.
Era il 2006 quando a Venezia il buon Ministro dell’Agricoltura del Governo Berlusconi II, Gianni Alemanno ed il suo fiero scudiero Sergio Berlato, mentore di sterminate frange di cacciatori veneti e non solo, organizzarono una famosa Convention sulla Caccia a Venezia. Dalla laguna dissero molti, si era finalmente alzato dopo anni bui, un nuovo venticello, che ai cacciatori avrebbe portato importanti e positive novità. La riforma della 157, in senso filo venatorio, ma soprattutto qualche specie cacciabile in più, anche se in deroga, ed un allungamento a febbraio della stagione venatoria; che si sa per un vento che caccia in valle significa gustose e numerose occasioni di carniere per le anatre. Queste furono sostanzialmente le promesse di quei giorni, che ovviamente molti presero per oro colato ed inneggiando al messia lo seguirono come i topi col Pifferaio di Hamelin.
Promesse che sembrano concretizzarsi tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, quando si accese il dibattito sulla caccia in Parlamento, con la mobilitazione di schiere di pro e anti caccia degne del Signore degli Anelli. Ma i conti erano stati fatti senza l’oste: gli speranzosi cacciatori, e molti loro rappresentanti, non sapevano che nel Governo si annidavano nemici pericolosi nonostante una maggioranza “bulgara” del centro destra: la mitica Brambilla Ministro del Turismo, paladina dell’animalismo da salotto; Franco Frattini agli Esteri, allora meno noto di oggi quale infervorato anti caccia, ben noto ai cacciatori attuali quale presidente del Consiglio di Stato, dal cui scranno stanga regolarmente i calendari venatori italiani che giungono al suo giudizio; e lo stesso Berlusconi, che negli anni successivi avrebbe abbracciato la causa animalista insieme al fedele Dudù. Insomma molti nemici molto onore e il mondo venatorio, anche quello ufficiale, che da sempre vede nell’area di centrodestra la panacea dei mali della caccia (e nella sinistra, spesso con ragione, un’incomprensibile indecisa), si butta a pesce sulla probabile vittoria. Solo la piccola ARCI Caccia, quei nostalgici comunisti cacciatori che hanno voluto, loro! Colpevolissimi, la legge 157, gli amici di Legambiente, si espose, piccolo scoglio tra i flutti della marea montante, nel dire che attenti, si rischiano più danni che vantaggi! In parlamento c’è un partito trasversale di anti caccia, sono pochi quelli realmente a favore! C’è una Direttiva Europea molto vecchia che può creare problemi!!
Niente, dopo gli ultimi giorni di ferventi trattative, di pressioni di ogni lobby possibile e immaginabile, si arriva al fatidico 4 giugno 2010. con l’approvazione della cosiddetta Legge Comunitaria, al cui interno vi è la modifica all’art. 18 della Legge sulla caccia: Dopo i periodi per specie, vi è un forte adeguamento alla Direttiva Uccelli, inserendo il divieto di caccia durante il periodo riproduttivo e dall’inizio del “ripasso”; come contentino per i cacciatori per la prima volta viene inserita la possibilità di estendere la stagione al 10 febbraio per alcune specie, previo parere vincolante dell’ISPRA. E’, come si dimostrerà negli anni successivi, una clamorosa polpetta avvelenata: la faranno da padrone i fatidici Key Concepts, che stabiliscono appunto per ogni specie i periodi riproduttivi e l’inizio della migrazione prenuziale. Ma la strategia di qualche Dirigente Venatorio, che quel giorno di giugno espresse “moderata soddisfazione” per il risultato conseguito, era poi di riuscire, con le proprie ricerche a contestare ad ISPRA i dati fino ad allora forniti.
Da quel giorno i calendari venatori regionali non ebbero più pace, come ben sanno i cacciatori: depotenziati i periodi di caccia fissati dall’art. 18, siamo entrati nell’era dei continui ricorsi al TAR, delle improvvise chiusure anticipate, dei calendari bloccati in toto, cose mai successe nei venti anni precedenti grazie al forte compromesso della 157. E le anatre a febbraio? Continuano tranquillamente a sorvolare le nostre paludi, ovviamente ben protette da ISPRA e dai Key Concepts, mentre qualche regione, udite udite, si bea di tenere aperta la caccia per qualche giorno in più al colombaccio ed ai corvidi!! Un risultato Napoleonico, come quando a Waterloo il grande stratega disse “Per pranzo la battaglia sarà vinta!”
Ma il risultato migliore si è avuto quest’anno, e ritorniamo al presente, quando dopo lungo percorso tecnico, scientifico e istituzionale, la Commissione ha approvato i nuovi Key Concepts fra cui ovviamente anche quelli per l’Italia: e qui la strategia di lotta ha raggiunto il successo finale! Una decade di anticipo della migrazione per tordo bottaccio, beccaccia, alzavola, tordo sassello e cesena, il che significa ancora più frequenti ricorsi al TAR, oppure adeguamenti dei calendari con accorciamento della stagione venatoria, che ad esempio per il tordo bottaccio dovrà concludersi il 10 gennaio al massimo!! Un risultato storico, soprattutto se, come sottolineano alcuni, notiamo che la Commissione Europea segnala l’incongruenza dei dati forniti da paesi membri assai discordanti fra loro.
Come non notare ad esempio che in Sardegna i bottacci sono in cammino verso nord già all’inizio di gennaio, mentre in Corsica il viaggio comincia 40 giorni più tardi? Peccato però che per anni i nuovi Key Concepts saranno come le tavole della legge di Mosè: intoccabili e validi per tutti, nonostante le incongruenze. E quanto lavoro per Frattini, che forse nel 2010 aveva già previsto tutto fregandosi le mani, ed ora da presidente del Consiglio di Stato potrà bocciare tanti calendari venatori!
Come spiegheremo ai cacciatori delusi che le tante promesse di tanti anni fa, si sono trasformate in un incubo, nella difesa di una chiusura al 31 gennaio che avevamo già. Ma per essere propositivi, e qui veniamo al concreto, la strategia da ora in poi a nostro avviso dovrà essere impostata su alcuni punti cardine:
– valutazione dell’effettiva incidenza dei carnieri di ogni specie sulla dinamica di popolazione; col calo dei cacciatori ormai le specie migratrici per cui il prelievo è significativo sono pochissime, e tutte in ottima salute (colombaccio, tordo bottaccio, merlo, germano reale);
– dimostrare, com’è nei fatti, che il prelievo a gennaio è del tutto ininfluente rispetto al carniere totale (per le beccacce ad esempio circa il 10 % del totale, poche migliaia di capi in tutta Italia)
– fare continua pressione sulle istituzioni italiane e soprattutto europee, affinchè affrontino politicamente le numerose differenze applicative (e non solo sui tempi) della Direttiva Uccelli fra i vari paesi europei
Perché il nodo principale in tutta questa faccenda è proprio la mancanza della politica nel processo decisionale. Questa assenza demanda ad altri, l’ISPRA, l’Office Nazionale de la Chasse, il NADEG (l’organismo tecnico della Commissione per l’applicazione della Direttiva), la FACE, i valenti studiosi venatori italiani, la discussione e le decisioni. Ma stabilire se un bottaccio ripassa il 10 gennaio o il 1 febbraio, è cosa molto difficile ed aleatoria, soprattutto quando tra gli avversari abbiamo ISPRA (ed il Centro Nazionale di Inanellamento con la sua immensa mole di dati), tutto (o quasi) il mondo dell’ornitologia italiana, il MITE, e ci troviamo, per rincarare la dose, in un periodo di forte riscaldamento climatico che, è stato dimostrato per molte specie, anticipa le migrazioni. Insomma la frittata ormai è fatta, i prossimi saranno anni di passione, altro che incongruenze sui dati, ma cambiamo linea tutti insieme, e cominciamo ad attrezzarci per salvaguardare una caccia equa al 31 gennaio senza dar dietro ai noti pifferai (Fonte: Arci Caccia).